Un tam tam di sms e messaggi su facebook: così, in tutta Italia, questo fine settimana sono state organizzate manifestazioni a difesa della laicità dello stato e in solidariertà a Beppino Englaro, padre di Eluana, la donna che diciasette anni fa, a causa di grave incidente, è caduta in uno stato vegetativo permanente.

Il 9 luglio scorso dopo aver verificato l'irreversibilità dello stato vegetativo e la volontà di Eluana, espressa quando era ancora in vita, del rifiuto di trattamenti medici che lei riteneva "di una vita priva di senso e dignità", la Corte d'appello di Milano le ha riconosciuto il diritto di disporre di terapie a cui essere o meno sottoposta tramite il padre che ne è il tutore dal momento che lei non può più esercitare il suo libero assenso o dissenso informato.

A dispetto di questa decisione il governo sta discutendo un disegno di legge che potrebbe fermare la sospensione dell'alimentazione alla donna, creando un conflitto senza precedeni su questioni di medicina e etica e tra Parlamento e magistratura.

Il corpo di una donna è divenuto così terreno di scontro tra potere legislativo e potere giudiziario e, addirittura, campo di battaglia per mettere in discussione la Costituzione.

Le migliaia di persone che in questi giorni hanno espresso solidarietà a Beppino Englaro non l'hanno fatto solo a sostegno di una famiglia che meriterebbe rispetto e dignità, dopo tanta sofferenza. Dietro il dramma personale c'è qualcosa di molto più grande: a rischio è la capacità dello Stato di tutelare la libertà dell'individuo, la possibilità di riconoscere, accettare e promuovere la pluralità di libere visioni del mondo, dove ognuno può decidere su sé stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente.   

A Trieste ScienzaEsperienza ha raccolto le voci di chi sostiene e rivendica uno stato laico.