Per salvare l'economia gli Stati Uniti hanno bisogno di una dieta
È uno stereotipo diffuso quello che i cittadini USA siano un po' sovrappeso. I problemi però non sono solo di salute: secondo gli esperti di ecologia, l'eccessiva assunzione di calorie ha un effetto negativo anche sull'economia.
David Pimentel, della Cornell University, e colleghi hanno analizzato tutte le ricerche in materia per evidenziare gli sprechi nella catena di produzione alimentare negli Stati Uniti, stimando anche quanta energia potrebbe essere risparmiata adottando accorgimenti relativamente piccoli. I loro risultati, pubblicati sulla rivista Human Ecology, dimostrano che l'energia utilizzata nel processo potrebbe facilmente essere dimezzata, con effetti benefici sulla crescita dei prezzi del carburante.
Il problema è che per ottenere questo dimezzamento, il cittadino americano dovrebbe mettersi a dieta: la dieta media americana è di 3747 kcal al giorno, contro le 2000-2500 consigliate dalla US Food and Drug Administration.
Basandosi sui dati forniti dalla UN Food and Agriculture Organization, Pimentel ha stimato che metà dell'energia usata nella produzione alimentare va in prodotti di origine animale – carne, latte e uova. Nel 2004 Pimentel ha calcolato che per produrre un chilo di proteine animali ci vogliono 6 chili di proteine di origine vegetale. Se dunque l'americano medio anche solo si limitasse a mantenere la sua dieta ipercalorica, ma diventasse vegetariano, la spesa energetica totale si ridurrebbe di un terzo.
Come se non bastasse si stima che un terzo del cibo assunto dagli americani è composto da junk-food. Se questa porzione venisse ridotta dell'80%, le calorie consumate giornalmente si ridurrebbero del 30%. Il “cibo spazzatura” è abbastanza povero in calorie, ma molto costoso dal punto di vista energetico per quanto riguarda la produzione, basti pensare che per fare una diet soda, con valore energetico di 1 caloria, ci vogliono 2100 kcal, di cui 1600 servono solo per la lattina.
Altri consigli sono quelli di usare lampadine a risparmio energetico, ottimizzare il numero di macchine impiegate nella produzione, diminuire pesticidi e fertilizzanti, e usare più forza lavoro umana nelle fattorie. Adottare la filiera corta è un altro sistema importante per risparmiare energia: negli Stati Uniti il cibo, per raggiungere i consumatori, viaggia in media per 2400 km, fatto che richiede 1,4 volte l'energia contenuta nel cibo stesso.
Anche l'energia usata per le confezioni potrebbe essere dimezzata, come anche il carburante usato per le macchine agricole.
Se tutte queste misure venissero adottate, secondo Pimetel la quantità totale di energia usata nella filiera alimentare verrebbe ridotta a metà. Resta da capire come fare a convincere gli americani a mettersi a dieta.
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