Sviluppata nei laboratori dell’INFNdi Frascati una tecnica per potenziare le macchine acceleratrici di particelle
Una tecnica messa a punto nei laboratori di Frascati dell’INFN potrebbe aumentare dieci volte l’efficienza degli acceleratori di particelle e portare a una nuova generazione di nuovi macchine acceleratrici.
Negli acceleratori le particelle sono lanciate, in fasci, l’una contro l’altra e, nell’urto, liberano energia e altre particelle elementare che gli scienziati studiano per dedurre le proprietà dei mattoni fondamentali che costituiscono il nostro Universo. In questi enormi flipper, il numero di scontri che è possibile realizzare in un certo tempo su una certa superficie di particelle è limitato dal numero di particelle che può essere inserito in un fascio.
Pantaleo Raimondi, responsabile della Divisione Acceleratori di Frascati, ha modificato e adattato agli acceleratori una tecnica già nota, l’incrocio a X dei fasci, che potrebbe potenziare di molto la “luminosità” di queste macchine, ovvero la capacità di vedere scontri tra particelle.
“Abbiamo dovuto modificare il 50 per cento dell’acceleratore DAFNE – spiega Pantaleo Raimondi - I vantaggi sono stati subito evidenti: la luminosità è subito cresciuta di un fattore 1,5 ed è solo l’inizio”.
“A livello mondiale c’è molta attenzione e attesa per i risultati che stiamo avendo a Frascati – spiega il presidente dell’INFN, professor Roberto Petronzio – I primi test ci dicono che siamo sulla strada giusta”. Le applicazioni della tecnica sperimentata su DAFNE potrebbero avere delle importanti ripercussioni su LHC, la gigantesca macchina che verrà inaugurata nel prossimo ottobre al laboratorio europeo del CERN di Ginevra.
“Stiamo pensando di realizzare una macchina per studiare la presenza virtuale delle particelle pesanti che potrebbe produrre LHC nelle basse energie. – spiega Petronzio – In particolare, vogliamo costruire una “b factory”, una macchina che produca enormi quantità di quark b e ora possiamo farne una che avrà una luminosità 100 volte maggiore delle uniche due esistenti al mondo, quella di SLAC, in California (che ha appena esaurito la sua ricerca) ed quella di Kek in Giappone”.
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