I consumatori sono disposti a pagare di più quando il cibo è prodotto localmente
“Fragole freschissime”, “zucchine dell’orto”, “pesche locali”: quante volte abbiamo letto questi avvisi sul bancone del fruttivendolo, e quante volte abbiamo pensato che era una buona idea comperare quel prodotto. Anche a un prezzo più elevato. Secondo uno studio condotto nello stato dell’Ohio, il consumatore, sia quello che di solito va al supermercato che quello che frequenta i mercati dove la merce è messa in vendita dagli stessi produttori, è più disposto a spendere quando il cibo offerto è prodotto localmente.
Nella ricerca, condotta da Fred VanBuren professore di economia agricola, ambientale e dello sviluppo all’Università di Stato dell’Ohio, uno stesso cestino di fragole veniva messo in vendita con diciture e prezzi diversi, sia al supermercato che al banco del mercato. In alcuni casi poi veniva offerta anche una garanzia di freschezza.
Dopo l’esposizione, VanBuren chiedeva ai clienti quale cestino di fragole avrebbero comprato.
Secondo i dati raccolti dallo scienziato, il cliente medio di supermercato spenderebbe circa 48 centesimi di dollaro in più per un prodotto locale, mentre quello del mercato arriva fino a 92 centesimi di extra. Il prezzo base del cestino era di 3 dollari.
Secondo VanBuren i risultati della ricerca, pubblicata sull’American Journal of Agricultural Economics, offrono delle indicazioni interessanti per gli agricoltori che potrebbero decidere di destinare parte della loro produzione a una distribuzione locale. “Naturalmente non stiamo dicendo che tutto il nostro cibo dovrebbe essere prodotto localmente,” precisa lo scienziato. Per certi tipi coltivazione per esempio una produzione locale non è conveniente, e potrebbe impoverire l’economia di uno stato. “In molti altri casi però per i contadini potrebbe trattarsi di un’opzione vantaggiosa.”
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