Violenza e disinformazione sono le minacce che la World Health Organization (WHO) sta affrontando nello sforzo di eliminare la poliomielite. Lo scorso mese, il medico pakistano Abdul Ghani Khan è stato ucciso da un ordigno esplosivo poco tempo dopo aver incoraggiato gli abitanti del paese a vaccinare i loro bambini. In Pakistan, Afghanistan e nelle le comunità mussulmane in India, alcuni religiosi locali denunciano che la vaccinazione è un tentativo occidentale per sterilizzare i mussulmani. La stessa diceria ha in passato bloccato le vaccinazioni in Nigeria del nord nel 2003, provocando un incremento dei casi di poliomelite a livello internazionale.

In Pakistan, alcuni religiosi a capo di un fedele seguito locale hanno addirittura affermato che prevenire le epidemie è contrario alla legge islamica, descrivendo le persone infette da poliomielite come “martiri”. In risposta a questi attacchi, le autorità mussulmane in Pakistan hanno emesso una serie di decreti Fatwa in favore della vaccinazione. Secondo quanto viene riferito alcune madri stanno portando i propri figli a vaccinare segretamente, per paura di rappresaglie.

Il WHO e le quattro nazioni dove la poliomielite è ancora presente – India, Pakistan. Afghanistan e Nigeria – si sono incontrate a Ginevra la scorsa settimana e hanno rinnovato il loro impegno per sconfiggere la malattia. Il costo di quest'operazione è stimato sui 575 milioni di dollari, da aggiungere ai 5,3 miliardi già spesi in tutto il mondo a questo scopo.

"Dobbiamo cogliere questa ottima, e probabilmente ultima, possibilità di sconfiggere la poliomielite,” ha detto Margaret Chan, il nuovo direttore generale del WHO nell'incontro. Durante l'evento non sono stati però indicati obiettivi precisi per la campagna sanitaria – le due precedenti date di scadenza, 2000 e 2005, non sono state rispettate.