Nelle sale inglesi il 5 aprile esce il nuovo film fantascientifico di Danny Boyle, con la consulenza di un fisico vero
È il 2057 e stai per partire per una missione alla volta del Sole per salvare la nostra stella sofferente da morte certa. Non è probabilmente una buona idea battezzare la tua navicella col nome Icaro, morto per aver volato troppo vicino al Sole. Per questo quando ti trovi a bordo di Icaro II, all'inizio del nuovo scintillante film “Sunshine” diretto da Danny Boyle, puoi ben immaginare che le cose non andranno esattamente come avevi pianificato.
L'eterogenea ciurma della Icaro II – pare che Icaro I, la prima navicella, si fosse persa misteriosamente in una missione analoga, molti anni prima – ricorda quella di Alien, o di qualsiasi altro film di fantascienza. C'è il capitano carismatico, l'ufficiale donna sensibile (e attraente) e il macho della situazione. Il gruppo ha l'incarico di sganciare una bomba grande come l'isola di Manhattan – fatta di uranio e materia oscura – diritta dentro il nucleo solare.
A questo punto non resterebbe che accomodarci, rilassarci, dimenticarci della scienza e goderci un bel racconto spaziale. Il problema è che i produttori si sono vantati del fatto che il film è stato pensato con l'aiuto del fisico Brian Cox dell'Università di Manchester, Regno Unito, e hanno pure indetto una conferenza stampa al CERN in Svizzera, la mecca dei fisici, dove sorge il Large Hadron Collider (LHC). Per questo motivo New Scientist si è preso la briga di vedere come la scienza viene presentata nella pellicola.
È un fatto accertato il Sole si spegnerà. Ma non certo prima che siano passati altri cinque miliardi di anni, più o meno. Secondo Cox però questa data è troppo lontana perché il pubblico si possa immedesimare nella storia. Ponendo la scena a soli 50 anni nel futuro invece, nel vedere il tetto della Opera House di Sidney in Australia spuntare da un enorme blocco di ghiaccio, ci si può realmente preoccupare.
Cox e il suo team al CERN hanno dovuto inventarsi una scusa per un anticipo così grande. “L'hanno messa così: 'il Sole si spegnerà in soli cinquant'anni, potete pensare a un motivo?'” ha raccontato Cox. Il 'motivo' mette in gioco una “palla Q”, il nucleo di una particella supersimmetrica che va a infilarsi proprio nel cuore del Sole. Questa ipotetica palla Q ha la spiacevole abitudine di mangiarsi la materia ordinaria, facendo a pezzi neutroni e protoni e trasformandoli in particelle supersimmetriche.
Le palle Q esistono davvero? Non lo sappiamo, ma al CERN si pensa di indagare, sostiene Cox. (In realtà, almeno secondo quanto dicono i fisici questa settimana, sembra che le palle Q potrebbero essere state trovate all'interno di un superfluido, ma non preoccupatevi, è altamente improbabile che arrivino fino al Sole).
A parte la scienza – passiamo sopra ai dubbi su come sia stata creata la gravità dentro la navicella e come questa possa sopravvivere al vento solare e alle alte temperature – vale la pena di andare a vedere questo film?
Bisogna ammettere che le immagini sono bellissime. Il Sole è davvero magnifico, una forza onnipresente. Il sito web del film offre molti spezzoni, quindi potete giudicare da soli.
Noi però siamo rimasti delusi dal fatto che non si riesca a creare nessuna tensione psicologica o senso del mistero, e siamo anche parecchio confusi dal finale. Diciamo che essenzialmente la cera che ha tenuto insieme il film per la gran parte della sua durata a questo punto comincia a sciogliersi. Ci troviamo dentro Icaro I o Icaro II, oppure su una scialuppa di salvataggio? Stiamo calvalcando la bomba che si dirige dentro il Sole? E dopotutto, cosa diavolo è esattamente questa bomba?
Complementi a Cillian Murphy per la sua interpretazione di Capa, il fisico eroe, ma chi è la vera star di questo film? Il Sole, ovviamente.
Sunshine sarà nelle sale inglesi dal 5 aprile.
Rowan Hooper and Zeeya Merali
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