Nonostante la sua meta sia Plutone, la sonda New Horizons della NASA si è fatta distrarre da Giove. La missione si sta infatti avvicinando al gigante del sistema solare per sfruttarne la spinta gravitazionale che le permetterà di accelerare verso le parti più esterne del sistema solare. Grazie a questa sosta sarà possibile raccogliere nuovi dati su Giove
La missione spaziale New Horizons della NASA ha già al suo attivo alcune sorprese raccolte dal pianeta Giove. La sonda, destinata all'esplorazione di Plutone e di altri oggetti del sistema solare esterno, sta facendo un giretto attorno al pianeta più grande del sistema solare, allo scopo di guadagnare un po' di velocità e di testare gli strumenti di bordo.
Il 28 febbraio raggiungerà il
punto più vicino alla superficie del pianeta, toccando la
distanza di soli 2,3 milioni di chilometri dal centro, ma già
l'8 gennaio scorso ha cominciato a raccogliere la prima delle 700
osservazioni previste.
“Ci troviamo proprio sulla soglia del sistema gioviano, la porta che si apre sul sistema solare esterno,” così racconta Alan Stern del Southwest Research Institute a Boulder in Colorado, Usa, il ricercatore maggiormente impegnato su New Horizons.
Nei primi 10 giorni di osservazione,
New Horizons ha mostrato che l'area a nordovest della grande Macchia
Rossa – una tempesta che spazza la superficie del pianeta da
centinaia di anni – è insospettabilmente traquilla. Le
immagini mandate nel 2000 dalla sonda Cassini ci avevano fatto vedere
una turbolenza significativa proprio nella regione in questione. Oggi
invece quest'area si mostra più simile a quando fu fotografata
dalla missione Voyager nel 1979.
“La regione sembra ora piuttosto tranquilla e libera da nuvole, se la confrontiamo alle immagini alle quali eravamo abituati, e per noi è stata davvero una sorpresa,” afferma John Spencer, rappresentante capo del team scientifico New Horizons Encounter del Southwest Research Institute. “Al di là della sorpresa questo ci offre l'opportunità di dare uno sguardo più approfondito all'atmosfera del pianeta, più di quanto avessimo pianificato di fare.”
“Probabilmente ci saranno alcune
scoperte, oppure Giove potrebbe riprendere l'attività
metereologica e potremmo trovare un bel po' di turbulenza quando
arriviamo lì,” aggiunge Spencer.
Gli scienziati sperano di aver
occasione di osservare comunque una zona decisamente turbolenta –
la piccola macchia rossa che si è formata relativamente di
recente dalla fusione di tre perturbazioni più piccole. New
Horizons ha già fotografato l'area da lontano, e sarà
possibile ottenere altre immagini non appena la missione si troverà
30 volte più vicina, regalandoci quello che potrebbe essere lo
sguardo migliore mai ottenuto sulla relativamente giovane turbolenza.
Gli scienziati sono anche eccitati dalla possibilità di fare un giro su quella che viene chiamata la coda magnetica di Giove. Questa regione è formata da ioni zolfo e ossigeno riversati originariamente nello spazio dalla luna vulcanica Io. Le particelle cariche sono rimaste intrappolate nel campo magnetico del pianeta e poi sospinte dal vento solare fino a formare una coda che si estende per centinaia di milioni di chilometri dietro a Giove – praticamente a toccare l'orbita di Saturno.
“Nessuna missione è mai stata
lì,” dice Spencer. “Non abbiamo idea di cosa accada in
quell'area.”
Una volta raggiunta la distanza minima, New Horizons continuerà a eseguire misurazioni della coda magnetica fino a giugno 2007. I responsabili della missione stimano che che potrebbe coprire fino a un quarto della lunghezza della coda.
Ma non è tutto. New Horizons si
incaricherà di compiere la piu dettagliata ricerca di lune
attorno al pianeta, grazie all'obiettivo della sua telecamera.
La sonda godrà anche di un punto di vista privilegiato sui
tenui anelli gioviani, che mapperà in 3D. I ricercatori
sperano di capire quale fra le dozzine di piccole lune del pianeta
sia responsabile della formazione di questi corpi celesti.
Nonostante l'eccitazione degli
scienziati sulla quantità di nuove informazioni che New
Horizons raccoglierà da Giove, il vero scopo di questa sosta
nei pressi del pianeta è quello di prendere la rincorsa verso
Plutone. Utilizzando la forza gravitazionale di Giove come una fionda
si dovrebbe riuscire a aumentare la velocità della navicella
fino a 14.500 chilometri orari, risparmiando circa tre anni sul tempo
di percorrenza fino a Plutone.
Fino ad oggi New Horizons ha mantenuto più o meno la rotta pianificata per Plutone. Ha utilizzato 25 dei 77 chilogrammi di carburante a bordo per correggere i vari problemi di traiettoria incontrati durante il viaggio di dieci anni. Grazie alla spinta di Giove, il carburante che rimarrà potrà portare New Horizons oltre Plutone, verso la fascia di corpi ghiacciati al di là di Nettuno, nota come Cintura di Kuiper.
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