La luce solare, pericolosa in dosi eccessive, quando presa in maniera moderata è un alleato della salute della nostra pelle. Una recente ricerca svela i meccanismi di regolazione del sistema immunitario legati alla vitamina D3, prodotta nella pelle attraverso l'azione del sole.
Buone notizie per gli amanti del sole: un nuovo studio mette in
evidenza il fatto che un semplice raggio di sole potrebbe essere
d'aiuto nel combattere le malattie e il cancro della pelle. La luce
solare stimolerebbe un'azione attrattiva verso alcuni particolari tipi
di cellula in grado di riparare i danni dell'epidermide.
Eugene Butcher della Stanford University in California, USA, insieme
con alcuni colleghi, ha scoperto un interessante processo immunitario
della pelle umana. Una classe particolare di cellule, chiamate cellule
dendritiche, può trasformare la vitamina D3 (che viene prodotta nella
pelle esposta ai raggi solari) nella sua forma attiva. Il team di
Butcher ha trovato che questa forma attiva della vitamina provoca la
migrazione delle cellule T verso gli strati superiori dell'epidermide.
Le cellule T sono quelle che distruggono altre cellule danneggiate o
ammalate, e sono anche in grado di regolare l'azione di altri agenti
del sistema immunitario ("Nature Immunology", DOI: 10.1038/ni1433).
Il risultati sperimentali, come sostengono i ricercatori, spiegano il
meccanismo attraverso il quale le cellule T “sanno” di doversi dirigere
verso la superficie, quando per esempio accade che il sole danneggi il
DNA delle cellule epidermiche.
“Il sole fa bene, se viene preso nella dose giusta” dice Hekla
Sigmundsdottir, membro del team di ricerca. La scienziata fa anche
notare che la psoriasi, una malattia della pelle, viene talvolta
trattata con creme a base di vitamina D3 – questa terapia potrebbe
funzionare proprio stimolando la migrazione delle cellule T verso la
superficie.
Questa scoperta va ad aggiungersi a molte altre ricerche che fanno
pensare che le cellule dendritiche, che risiedono nei tessuti che si
trovano a stretto contatto con l'esterno, come la pelle e il naso, si
comportino da “controllori del traffico” per il sistema immunitario,
interpretando le condizioni locali e dirigendo le cellule T dove ce n'è
bisogno.
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