Scoperti in Australia dei microbi che aiutano la formazione di granelli d’oro
Forse un giorno la corsa all’oro si farà a livello microscopico. In Australia è stato scoperto un gruppo di batteri in grado di favorire il processo di formazione di granelli del metallo più pregiato. La ricerca, pubblicata su Science (Vol. 313. no. 5784, p. 159), è stata realizzata da Frank Reith e dai suoi colleghi dell’Australian National University di Camberra che hanno riprodotto in laboratorio il comportamento messo in atto dai microbi in natura. Normalmente l’oro si trova in particelle invisibili all’occhio umano, misto all’argento e al rame, all’interno di minerali come il quarzo. Di rado assume la forma di pagliuzze, grani, fili e in casi eccezionali di pepite. Queste si formano con processi di degradazione che lavano via l’argento e il rame e lo lasciano accumulare in giacimenti.
In precedenza alcuni geologi avevano scoperto strutture di batteri depositate sui grani d’oro e i microbiologi avevano individuato in laboratorio molti tipi di batteri in grado di far depositare oro e altri metalli nel processo di soluzione. Lo studio pubblicato ha spiegato però quale sia il rapporto tra i batteri e il deposito d’oro.
I ricercatori hanno visitato diverse miniere nel Nuovo Galles del Sud e nel Queensland, in Australia. Tra le oltre 30 specie di microbi presenti nella pellicola biologica attorno ai grani d’oro, le analisi genetiche hanno indicato che il Ralstonia metallidurans era presente in tutti i siti minerari, ma non nel terreno circostante.
Secondo Gordon Southam, un geo-microbiologo della University of Western Ontario, le potenziali applicazioni sono tantissime: per esempio si potrebbero utilizzare i batteri per scoprire nuovi giacimenti oppure impiegarli per produrre industrialmente particelle d’oro in laboratorio.
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