I cambiamenti climatici potrebbero rendere poco produttive l’80 per cento delle vigne migliori negli Usa
I cambiamenti climatici potrebbero tradursi in un disastro per i vini di qualità degli Stati Uniti d'America. Secondo studi condotti da Michael White della Utah State University di Logan e da Noah Diffenbaugh della Purdue University di West Lafayette, Indiana, l'impatto del riscaldamento globale a livello locale sarà molto più forte di quanto stimato fino a oggi dal dipartimento dell'Agricoltura americano. Secondo i funzionari governativi, infatti, ben poche colture negli Usa avrebbero corso il rischio di essere colpite pesantemente dall’aumento delle temperature.
Secondo i nuovi calcoli, infatti, se il numero di giorni in cui le temperature superano i 35 gradi salirà significativamente, allora le aree in cui si possono produrre i vini migliori caleranno dell'81 per cento. Le temperature sono particolarmente importanti nella produzione di annate di vino di grande qualità, perché proprio è proprio dal bilanciamento delicato delle temperature, dai giorni di sole e dalla assenza di grossi sbalzi termici che dipende il valore di una vendemmia.
Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), lo Stato dell'Unione più colpito sarà la California, dove si concentra circa il 90 per cento della produzione. Solo una stretta striscia di territorio lungo la costa sarà in grado di produrre vini di qualità tra il 2071 e il 2099. Notizie un po' più buone invece per gli Stati del Nord Ovest del Pacifico e della costa Nord Orientale che potrebbero vedere un miglioramento delle condizioni che favoriscono la crescita di uve di qualità. Ma solo dal punto di vista della temperatura (l'unico fattore climatico preso in considerazione nello studio), perché se si tiene conto di altri fattori come l'umidità e le precipitazioni allora quelle regioni continueranno a essere poco ospitali per la coltivazione della vite.
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