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La sesta volta di Ophiuchi

I ricercatori hanno osservato per settimane una stella variabile: hanno scoperto che ha due getti gemelli di materia e una gigante rossa per compagna

Un raro bagliore dentro una esplosione cosmica, conosciuta come

RS Ophiuchi è una vecchia conoscenza degli astrofisici: questa stella variabile distante 1950 anni luce dalla Terra è stata vista “eruttare” almeno sei volte a partire dal 1898 (le eruzioni successive datano 1933, 1958, 1967, 1985 e febbraio 2006). L’ultima sua esplosione è stata studiata da due team internazionali di astronomi che nell’ultimo numero di Nature (Vol. 442, numero 7100, pag. 276-278, 279-281) hanno descritto il raro bagliore percepibile grazie ai raggi X e alle onde radio emesse nell’esplosione.

Questa stella è un membro della classe delle novae: piccole nane bianche compatte, sulla superficie delle quali si verificano esplosioni scatenate da reazioni nucleari. Sebbene i processi fisici di base che le causano siano ben compresi, rimangono molti dubbi su come le eruzioni avvengano, quanto materiale viene rigettato dalla superficie e su quello che succede alla stella in seguito.

I due gruppi di ricercatori hanno dedotto che RS Ophiuchi ha una stella compagna, una gigante rossa circondata da una nebulosa. Durante l’esplosione, una quantità di materiale proveniente dalla nana bianca è stato scagliato contro la nebulosa e l’esplosione risultante ha generato raggi X. Il satellite Rossi X-Ray Timing Explorer li ha registrati e la successiva analisi delle misure ha permesso a Jennifer Sokoloski dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics Solar, Stellar, & Planetary Sciences di Cambridge e ai suoi colleghi di capire meglio che forma avesse l’onda dell’esplosione nelle settimane intercorse tra quando è apparsa a quando è scomparsa.

Tim O'Brien della Manchester University e il suo team hanno osservato per sette settimane le emissioni radio generate dall’esplosione di RS Ophiuchi: hanno scoperto che la nova produce due getti gemelli di materiale stellare che eruttano in direzioni opposte. Questo potrebbe aiutare a chiarire il processo che scatena le esplosioni nelle novae.

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