La megafauna dell'isola africana è stata annientata dagli esseri umani: le prove trovate nelle ossa fossili.
I primi abitanti del Madagascar cacciarono senza remore la megafauna dell'isola al largo delle coste del Mozambico, tra cui i lemuri giganti, finendo per distruggerla completamente. Sono queste le conclusioni a cui sono giunti alcuni ricercatori coordinati da Ventura Perez dell'Università del Massachusetts di Amherst che hanno pubblicato un articolo sulla rivista "Journal of Human Evolution" (numero del 12 ottobre 2005).
Lo studio fa parte di un progetto di ricerca più vasto che punta a scoprire le caratteristiche della fisiologia e della biologia dei lemuri giganti. Le prove a carico degli abitanti preistorici del Madagascar non sono definitive e in effetti gli scienziati ritengono che incendi, cambiamenti climatici e malattie possano aver svolto un ruolo nel determinare la fine di questi animali, come sembra sia accaduto per la megafauna di altri continenti. Comunque, le ricerche archeologiche hanno messo in evidenza come i lemuri giganti fossero facili da cacciare.
Sui reperti ossei di questi animali, infatti, sono stati trovati i segni dei colpi degli utensili di pietra che suggeriscono operazioni di amputazione delle zampe e di filettatura della carne. "Un accurato esame di questi segni indica senza ombra di dubbio che le carcasse dei lemuri furono sottoposte a una vera e propria macellazione", dice Perez.
Tra gli animali macellati fino all'estinzione, oltre ai lemuri (fra cui quelli della specie Daubentonia madagascariensis), c'erano anche gli ippopotami pigmei e gli enormi uccelli della specie Aepyornis maximus. Questi ultimi erano alti tre metri, avevano un corpo simile a quello di dinosauri piumati e pesavano circa 500 chilogrammi. Le loro uova avevano un diametro di 30 centimetri. I lemuri giganti da parte loro raggiungevano al massimo i 90 chilogrammi di peso, quasi quanto i gorilla attuali.
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