L'ipotesi geologica della presenza di metano sul pianeta rosso perde consistenza: il metano è proprio di origine biologica?
I vulcani non sembrano essere la causa della presenza di metano nell'atmosfera marziana. La notizia arriva da Vladimir Krasnopolsky, che ha studiato l'atmosfera del pianeta rosso alla Catholic University of America di Washington, grazie a un potente spettrometro a raggi infrarossi alle Hawaii. Il suo obiettivo era individuare la presenza dell'anidride solforosa, un gas che si associa all'attività vulcanica. Ma a quanto pare non ci sono quantità sufficienti.
La scoperta del metano in atmosfera, avvenuta due anni fa, aveva acceso una vivace diatriba tra gli scienziati. Secondo alcuni, tra cui l'italiano Vittorio Formisano, il metano proveniva dall'attività di batteri presenti nel sottosuolo. Secondo altri da fenomeni geologici. In entrambi i casi, visto che il metano tende a dissolversi una volta esposto alle radiazioni solari, il fatto che è stato individuato dalle sonde significa che la fonte che lo produce è ancora in attività. Ora, lo studio di Krasnopolsky sembra cancellare i vulcani dal novero delle possibilità.
Sulla Terra, infatti, l'attività vulcanica emette sì metano, ma anche quantità maggiori di anidride solforosa che in atmosfera ha una vita anche più breve di quella del metano. Dalle sue osservazioni lo scienziato ha calcolato che l'atmosfera del pianeta rosso può contenere un po' più di una parte per miliardo di anidride solforosa. Questo significa che i vulcani marziani emetterebbero circa il 7% dell'anidride solforosa emessa dai vulcani terrestri e una quantità di metano troppo bassa per spiegare i dati ottenuti fino a oggi. "Non posso escludere completamente l'origine geologica — spiega Krasnopolsky, autore di un articolo pubblicato sulla rivista "Icarus" — anche perché ci possono essere altri meccanismi all'opera. Però questa scoperta rende più plausibile l'origine biologica del metano marziano".
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