La scoperta di un ricercatore italiano a Zurigo potrebbe rilanciare i rischi per la salute umana portati da mucca pazza.
I prioni responsabili di mucca pazza (BSE) e malattie correlate potrebbero essere presenti anche nel latte. A lanciare l'allarme sottolineando però che per ora non sono stati trovati prioni nel latte, il patologo dell'Università di Zurigo Adriano Aguzzi, un grande esperto di malattie prioniche. In un articolo pubblicato su "Nature Medicine" (vol. 11 2005) l'esperto ha riportato infatti la presenza di prioni nelle ghiandole mammarie infiammate di pecore con scrapie, la forma ovina corrispondente al morbo della mucca pazza. Per il momento però non sono stati trovati nel latte ovino, anche perché sono difficili da individuare.
"È improbabile però che non siano presenti anche nel latte — dice Aguzzi — e la notizia non è certo buona". Se poi la scoperta venisse confermata anche per il latte di mucca e per la BSE, i rischi per la salute umana sarebbero più alti di quanto pensato fino a oggi.
Del resto, si era già cercata la presenza di prioni nel latte bovino, senza trovarli, ma "nessun ricercatore aveva puntato gli occhi sulle mucche con le ghiandole mammarie infiammate", spiega un altro scienziato Neil Cashman, della University of British Columbia di Vancouver.
Per scoprire i prioni nel latte ovino, Aguzzi ha esaminato 261 pecore sarde geneticamente suscettibili allo scrapie. Sette di queste erano colpite dalla malattia e quattro avevano anche le ghiandole mammarie infiammate da un virus chiamato Maedi Visna. Tutte queste avevano i prioni anche nelle ghiandole, mentre quelle senza infiammazione no. Aguzzi spiega che la combinazione virus prioni è molto comune e che probabilmente per bloccare la trasmissione della scrapie, bisognerebbe eradicare prima di tutto il virus.
La concentrazione dei prioni nelle ghiandole mammarie era molto bassa, minore sicuramente a quella trovata nel cervello. E questa potrebbe essere una buona notizia anche se in realtà ancora non si sa quale sia la concentrazione dei prioni nell'organismo umano che nel caso della variante umana del morbo della mucca pazza, scatena la malattia nell'uomo.
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