Un rapporto delle Nazioni Unite lancia l'allarme sullo stato di salute dei grandi laghi di tutto il continente nero.
I laghi dell'Africa non godono di buona salute, a causa dei cambiamenti climatici e dell'eccessivo sfruttamento. Lo rivela l'Atlante dei laghi africani pubblicato dall'Environment Programme delle Nazioni Unite (UNEP) sulla base di un confronto fra le immagini satellitari di oggi e quelle di qualche decennio fa, e presentato alla World Lake Conference in corso a Nairobi.
Il lago Ciad, per esempio, si sta restringendo sempre di più, mentre il lago Nakuru, in Kenya, è minacciato dalla deforestazione. Il lago Vittoria, il più grande del continente nero, è invece a rischio per l'aumento della popolazione che vive sulle sue sponde. "Il rapporto mostra i massicci cambiamenti in corso nei laghi africani", spiega Nick Nuttall, portavoce dell'Unep. "Enormi popolazioni premono sui laghi - prosegue Nuttall - e continueranno cos&@236;, a meno che non si trovino soluzioni alternative".
Secondo le stime dell'Unep ci sono 677 laghi in Africa, che contengono in totale 30 000 chilometri cubi d'acqua. Molti di loro rappresentano importanti fonti di cibo e di occupazione, e secondo il rapporto la loro protezione è essenziale per combattere la povertà. Ma le risorse idriche e alimentari sono messe in pericolo da diversi fattori, sia naturali che umani: l'incostanza delle piogge, l'inquinamento, i cambiamenti climatici, la desertificazione, la pesca eccessiva e la costruzione di dighe.
In alcuni casi i fattori di rischio sono specifici: per esempio, secondo l'UNEP il restringimento del lago Songor, in Ghana, è dovuto alla produzione di sale. "I laghi sono vitali per milioni e milioni di africani, e se non li proteggiamo non si potranno raggiungere gli obiettivi per l'acqua e la salute fissati dall'ONU nel 2000", conclude Nuttall. Fra questi obiettivi ci sono quelli di ridurre sensibilmente entro il 2015 la percentuale di persone senza acqua potabile e l'incidenza delle malattie di adulti e bambini. Un altro rapporto presentato alla Conferenza invita i governi africani ad agire urgentemente, con accordi bilaterali e multilaterali sulla condivisione e la conservazione delle acque.
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