Secondo uno scienziato russo per trasformare la Siberia in una verde prateria, basta riportarci i grandi mammiferi, che vivevano là nel Pleistocene.
Ricreare un pezzo di Siberia com'era circa 10.000 anni fa, prima cioè della fine delle glaciazioni, quando la regione era attraversata da branchi di megafauna, in particolare mammuth ed elefanti. È l'esperimento della Northeast Science Station di Cherskii, in Russia, forse meno ambizioso di quello descritto da Michael Chricton in Jurassic Park, ma non per questo più banale.
Gli scienziati russi hanno deciso di trasformare la tundra gelata in una riedizione della prateria secca del Pleistocene, nella quale vivevano mammuth, rinoceronti lanosi, bisonti e yak. Ora i ricercatori ripartiranno da zero, reintroducendo alcuni di quegli animali, sperando così di iniziare un ciclo che riporti a restaurare parte dell'ambiente originario. Secondo il leader del progetto Sergey Zimov, infatti, la vegetazione di una regione dipende dagli animali che ci vivono e non è vero il contrario, a differenza di quello che sostengono molti altri ricercatori.
Per ripristinare l'antico ecosistema, sotiene Sergey Zimov, basta riportare nella zona i grandi animali erbivori: gli animali inizierebbero a brucare i muschi che coprono il suolo e che lo rendono umido, aprendo poi la strada alla crescita delle erbe che preferiscono un ambiente più secco. La sperimentazione verrà condotta nel bassopiano di Kolyma nella repubblica di Yakuzia e prevede il reinserimento di alci, daini, marmotte, scoiattoli e orsi.
Non tutti sono però d'accordo con la teoria che sta alla base della ricostruzione del paesaggio e cioè che a far scomparire gli animali siano stati gli esseri umani con la caccia. Molti ricercatori pensano invece che l'estinzione sia stata causata dai cambiamenti climatici che hanno trasformato l'antica prateria nella tundra odierna.
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