Polvere sottile come talco ricopriva la cometa centrata dalla sonda Deep Impact. Lo rivelano le analisi dei primi dati.
Le analisi dell'impatto della sonda Deep Impact sulla cometa Tempel 1 sembrano indicare che il corpo celeste sia ricoperto di una polvere sottile, molto simile al talco. Almeno sono queste le prime conclusioni del team di ricercatori della NASA che sta studiando i dati ottenuti lo scorso 4 luglio.
A convincere i ricercatori di questa ipotesi l'opacità di Tempel 1 e la luminosità del getto di materiale creato dall'impatto. Quest'ultimo è avvenuto a un angolo di 25 gradi rispetto alla superficie e ha provocato la vaporizzazione sia dell'impattatore che del materiale cometario, creando poi il getto di materiale osservato da Terra. Il materiale si è innalzato verso lo spazio a una velocità di poco inferiore ai 5 chilometri al secondo, mentre il cratere iniziava a formarsi. Le dimensioni di questo sono ancora da definire, ma probabilmente è più vicino ai 250 metri di diametro che ai 50.
Per quanto riguarda la sonda madre, questa è in perfette condizioni di volo. Si trova a circa 3 300 000 chilometri di distanza dalla cometa ed è sottoposta a una serie di controlli per valutare l'efficienza degli strumenti ancora a bordo. Per il momento, tutto sembra funzionare bene.
L'obiettivo primario di Deep Impact era quello di riuscire a esaminare materiale il più possibile primigenio del Sistema solare, per cercare di scoprire i misteri legati alla formazione del Sistema solare e svelare l'intima natura delle comete. La sonda è riuscita a scattare un totale di 4500 immagini dell'impatto, ognuna delle quali viene ora esaminata dai ricercatori. La camera a bordo dell'impattatore è riuscita a mandare immagini della superficie cometaria con una risoluzione in grado di individuare oggetti di soli quattro metri di diametro.
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