Un gruppo di astronomi americani ha annunciato la scoperta di un nuovo pianeta all'interno del Sistema solare, grosso quanto Plutone.
Dopo l'annuncio della scoperta di un undicesimo pianeta nel Sistema solare, avvenuta in Spagna, gli Stati Uniti rispondono annunciando la scoperta del più grande pianeta del Sistema solare mai individuato dopo Nettuno, identificato nel lontano 1846 insieme alla sua luna, Tritone. La scoperta di questo corpo celeste, molto più grande di Plutone, è stata effettuata da Michael Brown della Caltech, David Rabinowitz di Yale, e da Chad Trujillo del Gemini Observatory, vecchie conoscenze anche per i giornali di tutto il mondo: si tratta infatti dello stesso gruppo di astronomi che nel 2003 annunciò la scoperta di Sedna, un piccolo pianetoide che orbita intorno al Sole battezzato come il decimo pianeta. Nella medesima area dello spazio, il gruppo ha individuato altri due corpi celesti di grandi dimensioni, comparabili a quelle di Plutone: 2005 FY9 e 2003 EL61. 2003 EL61 è stato scoperto in contemporanea anche da astronomi spagnoli dell'Osservatorio della Sierra Maestra. Tutte le nuove scoperte sono state possibili grazie all'osservatorio di Palomar e alla speciale macchina da ripresa installata nella struttura.
Il nuovo corpo celeste (di cui, per il momento, si conosce soltanto la sigla, "2003 UB313") si trova attualmente a una distanza pari a cento volte quella che separa la Terra dal Sole, ovvero cento unità astronomiche. Dai calcoli risulta che il suo periodo di rivoluzione è di 560 anni e che tra 280 anni si troverà nel punto più vicino al Sole, a 38 unità astronomiche dalla nostra stella. Grazie a vari telescopi, tra cui uno in Cile, gli astronomi hanno potuto valutare le altre caratteristiche di questo nuovo corpo celeste, come per esempio la sua composizione: acqua e metano, allo stato di ghiaccio, sembrano essere gli ingredienti principali del pianeta.
Lo denuncia Greenpeace. Il problema più allarmante è nella regione del Mato Grosso, dove però si stanno riducendo sempre più le aree protette dallo stato.
L'asteroide principale intorno al quale ruotano si chiama 87 Sylvia, dalla mitologica Rea Silvia: da qui il nome dei due piccoli asteroidi appena scoperti.
Non dimentichiamoci delle turbolenze! Secondo gli scienziati sono proprio queste a determinare la formazione delle gocce di pioggia.
I loro crateri potrebbero essere stati la culla della vita sulla Terra. E forse anche su Marte.
Per la prima volta, è stato possibile ricostruire la vita e la morte di una mummia senza danneggiarla.
Ma non servirà per giocare davvero a baseball. I suoi inventori stanno in realtà studiando dei robot con una velocità di reazione superiore a quella umana.
Una nuova tecnica permette di sequenziare il Dna di un intero organismo con una spesa di soli 700 dollari.
Nel 2002, il ghiacciaio antartico ha perso un pezzo grande come la Valle d'Aosta. Secondo gli scienziati, sarebbe il più grande distacco mai avvenuto dall'Olocene a oggi.
Una suggestiva ipotesi sulla fine della mitica isola, supportata da alcuni dati geologici.
In Corea, creato il primo cane con la stessa tecnica che ha dato vita alla pecora Dolly.
Un'indagine inglese smentisce la notizia data dai giornali che la colza geneticamente modificata possa trasferire la resistenza ai diserbanti alle piante normali.
All'Università di Osaka, costruito un androide che mima perfettamente le sembianze di una donna.
In Svezia, scoperto un nuovo metodo per stabilire l'età dei neuroni e studiare l'invecchiamento cellulare.
Una nuova ipotesi per spiegare l'eccessiva presenza del gas nel terreno del nostro satellite.
Una ricerca dell'ICRAM fa il punto sull'andamento della temperatura delle acque del Mediterraneo.