In Svezia, scoperto un nuovo metodo per stabilire l'età dei neuroni e studiare l'invecchiamento cellulare.
Siamo tutti giovani. Indipendentemente dall'età anagrafica, la maggior parte delle nostre cellule non ha più di 10 anni. Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista "Cell" da Jonas Frisen, biologo del Karolinska Institute di Stoccolma, che ha elaborato una nuova tecnica per datare le cellule.
La questione dell'invecchiamento cellulare era controversa da tempo, ed era noto che subiscono un ricambio continuo. La novità della tecnica svedese, messa a punto sulle cellule dei pini, si basa sul carbonio 14: infatti, a differenza della maggior parte delle molecole di ogni cellula, il carbonio 14 contenuto nel DNA non subisce alcun ricambio dal momento in cui la cellula nasce e permette quindi di risalire all'età della cellula.
La vera novità sta nella possibilità di stabilire l'età delle cellule cerebrali; la teoria prevalente era che, a eccezione del bulbo olfattivo e dell'ippocampo, non ci fosse alcun ricambio dei neuroni dopo la formazione della struttura cerebrale. Questa convinzione era stata messa in discussione qualche anno fa da Elizabeth Gould dell'Università di Princeton, che aveva scoperto nuovi neuroni nella corteccia cerebrale.
Frisen ha esaminato per ora soltanto quelle della corteccia visiva, scoprendo che in questa regione non si formano nuovi neuroni dopo la nascita, o almeno non in quantità significativa. Le cellule del cervelletto invece sono risultate leggermente più giovani, avvalorando l'idea che continuino a svilupparsi dopo la nascita. Anche nel cuore Frisen ha scoperto nuove cellule, ma non è ancora chiaro il tasso di ricambio. Sorge spontanea allora la domanda del perché si invecchia. Secondo alcuni, dipende dalle mutazioni del DNA che si accumulano ogni volta che le cellule si riproducono, mentre altri incolpano il Dna mitocondriale. Secondo Frisen, ''le stesse cellule staminali da cui nascono le nuove cellule invecchiano a loro volta''.
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