Grazie a una tecnica simile alla TAC, è stato possibile ricostruire il viso di una mummia egizia senza togliere le bende.
Scannerizzato per la prima volta il volto di una mummia egizia di 3000 anni fa. Grazie a una particolare tecnica di imaging — simile alla TAC (tomografia assiale computerizzata), ma che in più consente di produrre una serie di immagini tridimensionali — è stato infatti possibile tracciare al computer i tratti del viso, lasciando le bende al loro posto ed evitando così possibili danni.
La tecnica usata si chiama Multidetector Computed Tomography (MDCT) e fornisce dati relativi alle dimensioni del cranio e dei tessuti molli. Usando questo strumento, gli scienziati hanno creato una serie di immagini tridimensionali del viso della mummia, appartenuta a un artigiano di nome Harwa. Le immagini sono state poi combinate per ottenere il viso che è stato poi scolpito in un modello di plastica e nylon. La ricostruzione è così dettagliata da far ritenere che l'uomo, che aveva un avvallamento sulla tempia sinistra, sia morto intorno ai 45 anni di età. Comunque, i ricercatori hanno dovuto tirare a indovinare per quanto riguarda i toni del colore della pelle, il tipo di barba e capelli del defunto. Non sono riusciti nemmeno a stabilire se aveva un viso grasso o magro, perchè il grasso non lascia segni sul teschio a differenza dei muscoli e della pelle.
Lo studio è stato realizzato in Italia dall'equipe di Federico Cesarani della Struttura Operativa Complessa di Radiodiagnostica di Asti ed è apparso sul numero di settembre dell'American Journal of Roentgenology. Secondo i ricercatori, questa tecnica avrà applicazioni utili non solo in archeologia, ma anche in antropologia o in medicina criminale e forense. "Per esempio, la polizia potrà utilizzarla per l'identificazione dei corpi, gli antropologi per saperne di più sulle caratteristiche delle società più antiche e i medici per diagnosticare con più precisione le malattie", spiega Cesarani.
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