Sono 24 i miliardi di anni che ci separano dal giorno del giudizio. Lo dimostra la velocità di alcune supernovae.
L'Universo dovrebbe continuare a esistere per i prossimi 24 miliardi di anni, almeno secondo alcuni astrofisici che hanno studiato il dilemma posto dall'energia oscura. La nuova data del "giorno del giudizio" è stata fissata da Andrei Linde, un ricercatore della Stanford University in California, che ha corretto alcune sue precedenti analisi che sembravano indicare per l'Universo una vita non più lunga di 11 miliardi di anni.
In un articolo reso noto dall'archivio internet arXiv e non ancora pubblicato su nessuna rivista scientifica, Linde spiega di aver preso in esame la velocità di alcune supernovae che a quanto pare si muovono più veloci di qualsiasi oggetto osservato fino ad ora, indicando che l'Universo si espande a una velocità maggiore di quella pensata fino a oggi. E questo ha fatto raddoppiare allo scienziato la possibile durata dell'esistenza del cosmo.
Nel modello messo a punto da Linde, l'energia oscura ha due fonti. La prima è una ipotetica forma di energia prodotta da una brulicante massa di particelle che appaiono e scompaiono spontaneamente nel vuoto. La seconda è una sorta di campo di forza presente nel tessuto dell'Universo e che continuamente determina la sua espansione.
"Assumendo questo modello — dice Linde — l'Universo sarà probabilmente al sicuro per i prossimi 24 miliardi di anni". Non tutti i cosmologi sono d'accordo su quello che sarà il destino futuro dell'Universo. "Se dovessi scommettere del denaro, direi che per i prossimi dieci miliardi di anni vedremo un'espansione esponenziale e quindi non potremo trovare una differenza tra un universo che si espande senza fine e uno che invece potrebbe avere una fine diversa", dice però Linde.
Secondo lui, l'espansione infinita è un'illusione. "La durata dell'espansione è finita in ultima analisi, e quindi alla fine ci sarà un collasso dell'Universo su sé stesso".
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