La matematica indica il modo migliore per copiare il modo con cui gli insetti riescono a scalare le pareti verticali.
Per arrampicarsi su pareti verticali, lucertole e insetti usano una varietà di sistemi molto più ricca di quanto gli scienziati avevano pensato fino a oggi. E così le equazioni che spiegano questa "capacità adesiva" sono state riorganizzate da un gruppo di ricercatori del Max Planck Institut für Metal Forschung di Stoccarda e del Federal Institute of Technology di Zurigo in un articolo pubblicato sulla rivista "Proceedings of the Royal Society A1".
I ricercatori, guidati da Ralph Spolenak, hanno visto che le zampe di questi animali sono ricoperte di minuscoli peli di forma diversa. Le cavallette ad esempio hanno la parte terminale piatta, mentre le mosche hanno dei veri e propri filamenti. Gli scarafaggi, invece, hanno peletti che terminano come una ventosa, che a forma di toroide.
L'analisi matematica di tutte queste forme ha dimostrato che a funzionare meglio è la soluzione adottata dalle cavallette. Con una superficie piatta, infatti, si massimizza il contatto con la parete. Inoltre, i peli delle cavallette hanno anche quel tocco di flessibilità che permette loro di adattarsi alle superfici più accidentate.
Se però si passa dal mondo naturale a quello artificiale, i ricercatori consigliano di cercare di ricreare materiali che invece copino le forme toroidali. Infatti, per riuscire ad aumentare la capacità adesiva, bisogna stipare nel più piccolo spazio possibile una grande quantità di peletti. Su scale molto piccole, le equazioni dimostrano che la forma a ciambella, cioè quella toroidale, è la migliore.
"Modelli matematici di questo tipo — spiega Spolenak — consentiranno agli ingegneri di costruire materiali in grado di copiare al meglio la natura. E potranno essere usati sia per aiutare i robot a muoversi sui terreni accidentati di lontani pianeti che per costruire oggetti di uso quotidiano".
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