Ricercatori statunitensi hanno dimostrato che nella costruzione di un ricordo intervengono anche le zone del cervello che integrano gli stimoli olfattivi. E così che quando si richiama un ricordo si ha la sensazione di sentire gli odori associati ad esso.
Un ricordo indotto nel nostro pensiero, porta a rievocare anche gli aromi presenti all'atto della formazione del ricordo stesso. Questo ha dimostrato il neurobiologo americano Jay Gottfried dell'Institute of Neurology dell'Università della California a Los Angeles.
Perciò se di fronte alla foto della torta di compleanno di una vostra festa passata vi scoprite ad avere l'acquolina in bocca e a sentire l'aroma del dolce che si sprigiona dall'immagine non state impazzendo sotto il peso degli anni trascorsi. è solo il vostro cervello che quando crea un ricordo lo ricostruisce nel modo più fedele possibile e, quindi, richiama anche odori, sapori o suoni associati a quel ricordo.
Secondo quanto riferito dai ricercatori sulla rivista Neuron, è come se, ricordando, si sentano veramente quegli odori, che non ci sono nel presente, ma sono immagazzinati in una regione del cervello legata proprio ai ricordi olfattivi.
Per arrivare a questa conclusione, Gottfried e il suo gruppo hanno usato la risonanza magnetica funzionale, una particolare tecnica di imaging che permette di vedere quali regioni del cervello si attivano in seguito a stimoli. Hanno così seguito cosa succede nel nostro cervello quando si associa un'esperienza ad un odore e poi quando si richiama il ricordo dell'esperienza fatta.
Hanno osservato che la corteccia primaria olfattoria, detta piriforme, si attiva insieme alla porzione anteriore dell'ippocampo durante il richiamo di ricordi. Hanno quindi ipotizzato che la ricostruzione di un ricordo nella nostra mente sia supportata anche dalle regioni che integrano gli stimoli olfattivi.
Il grande progetto cinese, sarà la diga idroelettrica più grande del mondo, con il suo chilometro e mezzo di larghezza sul fiume Yangtze. Adesso, dopo una storia tormentata di fallimenti tecnici e proteste sociali, la diga comincia a funzionare.
Si appiccicano e si staccano, poi si riappiccicano e si ristaccano. Anche dozzine di volte. Sono le condensine, proteine che tengono compatti i filamenti di Dna nel nucleo della cellula, e funzionano proprio come il velcro.
I nostri codici segreti, password e i numeri della carta di credito, preda dei pirati informatici rimangono per anni nel pc. Grazie alla simulazione di un sistema informatico oggi possiamo pedinare i dati sensibili.
Potrebbero sostituire i circuiti elettronici e trasformare gli attuali pc in pezzi da museo. Grazie cristalli particolari messi a punto al Mit a Boston si aprono prospettive per nuovi circuiti che funzionano a fotoni.
I corridoi percorsi da una specie di tartaruga a rischio estinzione potrebbero aiutare gli ecologisti a preservarla dalla caccia dei pescatori. Ma la viabilità dei due oceani è risultata molto diversa per le migrazioni dei rettili marini.
La scienza esce fuori dai luoghi istituzionali e si trasferisce intorno ai tavolini di un bar. Esplodono nel mondo i "café scientifique" e stavolta l'Italia non è da meno.
Quattordici tempeste tropicali potrebbero colpire i Carabi e le coste meridionali degli Usa, e circa la metà si potrebbero trasformare in uragani. E dietro a tutto ci sarebbe il riscaldamento dell'Oceano Atlantico e dell'atmosfera, il cambiamento delle correnti che dal sud risalgono a nord.
I resti fossili di alcune rocce tunisine e il verso del guscio di vecchie conchiglie confermerebbe che i dinosauri sono morti a causa dell'abbassamento delle temperature successivo a un grande impatto di asteroide.
Sembrava che a fare la differenza di uomini e scimpanzé ci fosse appena un 1,5% del genoma. Un nuovo studio però mostra come le differenze sono più profonde di quanto si pensava e sono da cercare nel modo in cui dai geni si arriva alle proteine.
L'onda di calore prodotta dall'impatto dell'asteroide caduto sullo Yucatan 65 milioni di anni fa avrebbe ucciso gran parte dei dinosauri in poche ore. La nuova ipotesi è stata pubblicata sul Bulletin of the Geological Society of America.
Grazie alla proteomica ricercatori italiani hanno isolato gli enzimi della flora fermentante del vino responsabili della produzione di istamina che provoca così tanti disturbi, fra cui quel fastidioso mal di testa.
I canali che si vedono sulla superficie del pianeta Marte potrebbero non essere solo il frutto di fiumi che in passato scorrevano sul pianeta. Una nuova ricerca attribuisce la topologia della superficie del pianeta anche a "fiumi di sabbia".
È un sasso spaziale di circa un chilometro di diametro che orbita tra la Terra e Mercurio e si spinge fino a soli 50 milioni di chilometri dalla nostra stella.
La missione del lander inglese destinato a scendere su Marte nel Natale scorso minata fin dall'inizio dalle scarse risorse. Lo dice un'inchiesta dell'Agenzia Spaziale Europea.
Il Commissario europeo Busquin pensa che sia possibile battere la concorrenza giapponese e costruire in Francia il reattore sperimentale a fusione nucleare.
I centri nervosi dove si formano i nostri rimpianti si trovano nella corteccia orbitofrontale. La scoperta pubblicata su Science da ricercatori francesi che hanno studiato il comportamento di alcuni volontari durante il gioco d'azzardo.
Una ricerca ha consentito di individuare alcune caratteristiche delle malattie ereditarie che colpiscono i cani. Dati che potrebbero essere utili anche nella cura di malattie umane.
Svelato il mistero di un pozzo pieno di resti umani trovato in Spagna ad Atapuerca: probabilmente i corpi vi furono gettati dopo un massacro.