Si appiccicano e si staccano, poi si riappiccicano e si ristaccano. Anche dozzine di volte. Sono le condensine, proteine che tengono compatti i filamenti di Dna nel nucleo della cellula, e funzionano proprio come il velcro.
Le condensine sono proteine capaci di aggregare il Dna come velcro, per compattare i cromosomi e permettere al filamento della doppia elica di stare ben arrotolato dentro al nucleo, in preparazione della divisione della cellula. Fino ad oggi non si capiva bene come funzionassero, ma uno studio dei biologi di Berkeley ha chiarito i loro meccanismi di azione e promette di sfruttarli per la ricerca futura. I ricercatori, condotti da Carlos Bustamante, Ryan B. Case, Nicholas R. Cozzarelli dell'Università della California di Berkeley, hanno pubblicato lo studio sull'ultimo numero di Science.
"Finora — spiega Bustamante — si sapeva solo che se il gene per le condensine veniva silenziato, la divisione del Dna avveniva irregolarmente, mandando tutto il Dna solo in una delle due cellule figlie". Per la prima volta, i ricercatori hanno considerato una sola catena di Dna, riuscendo così a studiare l'effetto delle proteine sulla singola molecola di Dna. I ricercatori hanno così dilatato e poi accorciato alcune singole molecole di Dna "equipaggiate" con le condensine, e hanno scoperto che il Dna si allungava a scatti. "La molecola di Dna con le condensine attaccate può diventare molto più corta e quando la si riallunga procede a piccoli passi, proprio come una striscia di velcro. Abbiamo ripetuto il processo una seconda volta e ci siamo accorti, con grande sorpresa, che tutto si ripeteva in modo identico al primo". I ricercatori hanno provato dozzine di altre volte con lo stesso filamento. E il risultato è sempre stato lo stesso.
Secondo gli autori dello studio, la possibilità di manipolare singole molecole di Dna legate alle condensine permette di immaginare che si possa usare una strategia simile anche per studiare come si organizzano i cromosomi nella cellula.
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