Uno studio belga evidenzia che era impossibile per gli antichi architetti sapere in anticipo quale eco la piramide avrebbe potuto produrre.
Una teoria secondo la quale i maya costruirono le loro piramidi in modo tale che producessero strani echi particolarmente evocativi non sembra aver trovato una prima conferma, almeno secondo uno studio pubblicato sulla rivista "Journal of Acoustical Society of America". Lo studio è stato condotto da alcuni ricercatori belgi guidati da Nico Declercq dell'Università di Gand. Secondo Declercq, le onde acustiche che rimbalzano sui gradoni della piramide Kukulcan tra le rovine di Chichén Itzá, creano dei suoni che sono simili al cinguettio degli uccelli e al suono ritmato delle gocce di pioggia.
Questo effetto era già stato dimostrato da David Lubman, un ingegnere acustico, nel 1998.Rimaneva però da scoprire se si trattasse di un effetto casuale o voluto dagli antichi architetti maya. Declercq ritiene che l'effetto non sia realmente intenzionale. Anche se gli architetti dell'antica popolazione mesoamericana probabilmente avevano cercato di ottenere un qualche tipo di eco, non potevano sapere quale tipo di suono naturale sarebbero assomigliati gli echi cosí ottenuti.
Declercq ha dimostrato infatti che l'altezza e lo spazio tra i gradoni della piramide creano un vero e proprio effetto filtro acustico. Questo filtro enfatizza alcuni tipi di frequenze e ne nasconde altri. Secondo i calcoli dei ricercatori, però, entrano in gioco anche altri fattori, come il mix di frequenze che derivano dalla fonte del rumore e il tipo stesso di fonte che produce il suono. Il battito delle mani crea il cinguettio degli uccelli, mentre il suono di un tamburo produce una risonanza differente. L'unica conclusione che si può trarre è dunque che è impossibile provare che l'effetto eco sia intenzionale. Soprattutto dopo che Declercq ha scoperto un effetto simile anche in altri siti religiosi, in particolare a Kataragama nello Sri Lanka.
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