I meccanismi di formazione delle nubi stanno subendo delle modificazioni a opera degli inquinanti emessi dall'uomo.
Gli inquinanti atmosferici stanno modificando i meccanismi di formazione delle nubi, con un effetto che potrebbe essere molto importante dal punto di vista climatico. La notizia arriva da una ricerca condotta da Katherine Thompson della University of London e pubblicata sulla rivista "Journal of the American Chemical Society". Secondo la Thompson, inquinanti come l'ozono stanno distruggendo i composti organici che normalmente rallentano la formazione delle gocce di umidità che formano le nuvole. Queste gocce sono composte non solo di vapor d'acqua ma anche di particelle solide, in gran parte sali marini a loro volta rivestiti da una sottile pellicola organica.
Nell'aria pulita, questa pellicola organica rallenta la formazione delle gocce di umidità e quindi poi di pioggia perché è naturalmente resistente all'acqua. Le sostanze ossidanti emesse dalle attività umane nell'atmosfera stanno però cambiando questa situazione.
I ricercatori hanno infatti "sparato" all'interno di una camera sigillata acqua di mare e acido oleico. Poi hanno aggiunto l'ozono. Analizzando il tutto con tecniche spettrometriche, sono riusciti a scoprire che la pellicola organica formata dall'acido oleico attorno alle particelle di sale veniva distrutta dall'azione dell'ozono o comunque convertita in una pellicola molto più sensibile all'azione dell'acqua.
Dal momento che le concentrazioni di ozono in atmosfera sono raddoppiate in seguito all'inquinamento, la domanda è quale effetto questo meccanismo possa avere sulla formazione delle nubi. Una possibilità è che formandosi più velocemente le goccioline di umidità, si formino anche più nubi, contribuendo con la loro ombra a mitigare il riscaldamento globale. Questo però potrebbe tradursi anche in un meccanismo di formazione più rapido della pioggia, che a sua volta farà dissipare prima le nuvole e quindi aumenterà l'impatto dei cambiamenti climatici.
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