Kirghizistan
Superficie: 198.500 kmq
Popolazione: 5.200.000 abitanti
Capitale: Bishkek
Popoli: 64,9% kirghisi, 13,8% uzbechi, 12,5% russi, 1,1% dungani, 1% ucraini, 1% uiguri, 5.7% altri
Lingua: kirghiso e russo
Religione: 75% musulmana, 20% russo-ortodossa, 5% altre religioni
Ordinamento dello Stato: repubblica presidenziale
Fuso orario: + 4 ore rispetto all’Italia (5 quando in Italia è in vigore l’ora solare).
Moneta: som (61 som = 1 euro, gennaio 2012 ).
Indice di sviluppo umano: 0,694 (122 su 168).
Il Kirghizistan offre una delle più suggestive architetture naturali del mondo grazie a un territorio quasi completamente montano (il 95%) e a spettacolari rilievi coperti da neve e ghiacciai perenni come la catena del Tien Shang, le leggendarie Montagne Celesti.
I primi abitanti noti di questo territorio furono i Saci (o Sciti) che, a partire dal IV secolo a.C., s’insediarono in quest’area. Seguirono diverse dominazioni, tra cui quella dei persiani achemenidi, di Alessandro Magno, dei Parti, dei Turchi, degli Arabi e molte ondate migratorie come quella degli uiguri nell’840 d.C.
Dal 1207 al 1510 quest’area divenne parte del Khanato Chagatai di Gengis Khan. Seguì un periodo di invasioni e scontri etnici finchè, a metà del XIX secolo, il popolo kirghiso venne sottomesso dal Khan di Kokand (Uzbekistan). È in questo periodo che si diffuse l’Islam e venne fondata Bishkek, l’attuale capitale, il cui nome deriva da quello del bidone di legno utilizzato per produrre il latte di giumenta fermentato.
Nel 1875 il Kirghizistan fu annesso all’Impero Russo, nel 1918 divenne parte dalla Repubblica Socialista Sovietica Autonoma del Turkestan per raggiungere infine l’autonomia nel 1936 diventando una Repubblica Socialista Sovietica a pieno titolo. In questo periodo iniziarono anche una serie di conflitti etnici che proseguirono oltre l’indipendenza concquistata nel 1990 con la caduta dell’Unione Sovietica e che purtroppo continuano tuttora.
La natura nomade del popolo kirghizo si riflette nel loro stile di vita, nell’alimentazione, nell’abbigliamento, nella letteratura. Caratteristiche sono le yurte, le tende dei pastori costituite da una struttura interna in legno e coperte con tappeti di feltro, un materiale caldo, leggero e impermeabile. Un altro tratto peculiare è la tradizione letteraria orale tramandata di generazione in generazione sotto forma di canzoni, poemi e racconti cantati da bardi itineranti. Il capolavoro di questa letteratura popolare è il Manas, un ciclo epico che narra la nascita del popolo kirghiso attraverso le imprese dell’omonimo eroe e dei suoi discendenti.
In gran parte del Paese la cucina è quella tipica dei pastori: carne, latticini e pane. Peculiare è anche l’uso delle spezie, specialmente quelle più piccanti, e del riso.
Bandiera
Il rosso (“kyrgyz” in turco significa proprio rosso) simboleggia il coraggio e il valore incarnati dall’eroe epico Manas, mentre il sole, con quaranta raggi come quaranta sono le tribù kirghize, ricorda la pace e la prosperità. Al centro del sole si trova il tunduk, il cerchio in cui si incrociano i tre assi di sostegno delle yurte, considerato per questo simbolo di unità.
Riferimenti Bibliografici