Il satellite Fermi ha avvistato 12 pulsar che emettono radiazione di alta energia: un'importante scoperta per la comprensione di questi potenti acceleratori cosmici
Dodici nuove pulsar brillano nella nostre mappe del cielo: le ha rivelate il satellite Fermi lanciato dalla NASA lo scorso aprile. Una scoperta che sconvolge le ipotesi avanzate fino a oggi dagli scienziati per la produzione della radiazione di alta energia.
Le pulsar sono stelle di neutroni avvolte in un campo magnetico molto forte che ruotano su se stesse a velocità elevatissime. Al loro interno nascondono residui di nuclei di stelle massicce, esplose molti anni prima. Da questi oggetti provengono molti dei raggi cosmici di alta energia che viaggiano nell'Universo, ma i meccanismi di produzione della radiazione in questi potenti acceleratori cosmici non sono ancora del tutto chiari.
(Video: NASA/Fermi/Cruz deWilde)
Fino a oggi sono state osservate 1.800 pulsar, la maggior parte scoperte grazie alle onde radio, onde di grande lunghezza d'onda, emesse lungo i poli (colorate in verde nel video). Le stelle avvistate da Fermi, invece, emettono solo raggi gamma di alta energia. La loro presenza ha permesso agli astronomi di formulare nuovi modelli per la produzione di particelle di alta energia. Prima infatti gli scienziati ipotizzavano che questa radiazione, come quella radio, fosse prodotta in fasci lungo i poli, accelerata dal forte campo magnetico. Le nuove osservazioni suggeriscono invece che la produzione di particelle (di color magenta nel video) avvenga lungo l'equatore.
Grazie all'alta sensibilità della sua strumentazione, Fermi ha osservato anche dei raggi gamma provenienti da diciotto pulsar già note. Il telescopio di raggi gamma realizzato dalla NASA con il contributo dell'Agenzia Spaziale Italiana e in collaborazione con Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l'Istituto Nazionale di Astrofisica, è per i ricercatori un'importante fonte di informazioni per la comprensione dei meccanismi di funzionamente delle pulsar. Per quarant’anni, infatti, le emissioni radio sono state la base dell'osservazione di questi oggetti ma, purtroppo, questi dati non sono del tutto attendebili.
Se i poli magnetici non sono allineati con l'asse di rotazione della stella, infatti, le onde radio emesse dalla pulsar “spazzano”
il cielo, così i radiotelescopi a Terra riescono a registrare solo segnali diretti verso il nostro pianeta. Inoltre le emissioni radio, per quanto facili da rilevare, sono solo una piccola parte dell’energia prodotta dalla stella mentre i raggi gamma rappresentano il dieci per cento o
più di tutta la sua energia.
Una ricerca dell'Università di Harvard rivela l’impronta ecologica del web
Prende il via l'Anno internazionale dell'astronomia promosso dall'Unesco, e per l'occasione viene lanciato un esperimento di osservazione internazionale.
Un nuovo monito contro il riscaldamento globale
Si inaugura oggi e domani a Parigi l’anno dedicato all’Astronomia promosso dall’Unione Astronomica Internazionale e dall’UNESCO
Da questa settimana la rivista SEED celebra i 150 dalla pubblicazione dell'Origine delle specie con un blog
I resti di un animale scomparso conservati nei musei aiutano a capire i motivi della sua estinzione
Il morbo sta ritornando in alcuni paesi poveri dove era stato debellato, più forte che mai
Secondo uno studio pubblicato su Science prima della fine di questo secolo l'aumento di temperatura provocherà gravi danni alla nostra agricoltura
Nuove scoperte a supporto dell'ipotesi del mondo a RNA
Le donne innamorate non sentono l'odore degli altri uomini
Identificata una nuova specie di iguana
Le espressioni facciali non hanno origine nella cultura in cui cresciamo ma sono innate