La primavera coincide anche con il puntuale ritorno delle rondini. Nei prossimi anni però questo evento potrebbe diventare sempre più raro. Secondo uno studio apparso su PLoS One gli uccelli migratori fanno fatica ad adattarsi al mutare degli eventi climatici lungo le rotte migratorie.

Secondo i dati raccolti da Melissa Bowling e Martin Wikelski, dell’Università di Princeton, negli Stati Uniti, forti venti e instabilità atmosferica potrebbero impedire alle specie migranti di piccole dimensioni di risparmiare abbastanza energia, necessaria durante viaggi così lunghi.

La ricerca ha monitorato il battito cardiaco di 15 tordi di Swainson durante la loro migrazione di 4800 chilometri da Panama al Canada, che dura in media 42 giorni, dimostrando che evitare i venti troppo forti e le turbolenze durante il viaggi riduce la spesa energetica degli uccelli. Questo significa anche che se i cambiamenti climatici renderanno queste condizioni più frequenti gli uccelli migratori potrebbero risentirne. Condizioni di volo peggiori significano un’autonomia di volo inferiore e questo può diventare molto pericoloso quando si sorvolano barriere ecologiche come il mare mediterraneo.

Questi risultati confermano che i cicli di vita degli uccelli migratori sono finemente calibrati su tutta una serie di condizioni sulle quali pesano molto anche i fattori climatici, oggi messi a rischio dal riscaldamento globale, e che potrebbero portare a un declino delle specie di uccelli migratori.