Pubblicati su PNAS i risultati dell'équipe italiana del progetto StarFlag: a regolare la comunicazione tra gli uccelli in uno stormo sarebbero delle semplici regole numeriche
Contrariamente a quanto affermato finora da molte teorie, delle nuove
ricerche mostrano che gli uccelli comunicano tra loro indipendentemente
dalla distanza: in uno stormo, a regolare l'interazione sarebbero infatti delle leggi numeriche.
La rivista statunitense PNAS ha pubblicato i primi risultati dell'équipe italiana del progetto StarFlag (Starlings in Flight, storni in volo), un progetto per studiare il moto collettivo degli uccelli che coinvolge sette istituti di ricerca europei. Il progetto, nato cinque anni fa, è coordinato da Giorgio Parisi, direttore del Centro SMC dell'INFM-CNR.
Gli storni sono uccelli che si spostano in gruppi formati da migliaia di esemplari e volteggiano in stormi dando vita a geometrie del tutto imprevedibili. Quando un predatore attacca gli storni in volo, questi manifestano una strabiliante coesione: le prede si disperdono per fuggire dall'attacco ma poi, presto, si ricompattano. La coesione che caratterizza gli stormi si è rivelata di fondamentale importanza per l'evoluzione di alcune specie; gli scienziati hanno notato infatti che la probabilità che una preda sia catturata è molto alta se questa viaggia da sola, quasi nulla se in gruppo. Ma come fanno gli storni a non disperdesi sotto la minaccia del pericolo? A questa domanda oggi hanno dato una risposta i ricercatori italiani di StaFlag coordinati da Andrea Cavagna, coordinatore di uno dei sette gruppi del progetto e ricercatore dell'INFM-CNR. Grazie alle osservazioni condotte dal gruppo romano, è stato scoperto un errore fondamentale commesso dalle attuali teorie.
Secondo queste ultime ogni esemplare interagisce con tutti gli uccelli che si trovano entro una certa distanza. Gli esperimenti condotti nella capitale dimostrano invece che ogni uccello tiene sotto controllo un numero fisso di suoi simili (circa sette), indipendentemente da quanto siano distanti. Quando lo stormo subisce un attacco gli uccelli riescono a ricompattarsi in tempi rapidissimi perché la coesione non dipende tanto dalla distanza tra i singoli storni, quanto dalla loro capacità di interagire con un numero fisso di individui.
Fino a oggi si sapeva poco sul tipo di interazione che tiene insieme i pennuti in uno stormo o i pesci in branco. “Le teorie proposte per spiegare questi fenomeni non erano mai state direttamente verificate, mentre noi abbiamo raccolto dati in grado di mostrare ciò che accade effettivamente nello stormo in volo”, spiega Andrea Cavagna. Per condurre la ricerca sono state usate immagini stereoscopiche ad alta definizione degli storni in volo elaborate con tecniche ispirate ai metodi della fisica statistica. Fotogramma dopo fotogramma è stata così ricostruita la posizione tridimensionale dei singoli uccelli all'interno dello stormo.
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