Durante la formazione del feto, le cellule che andranno a costituire gli apparati sensoriali di naso e occhi nascono grazie ai segnali inviati dallo stesso tipo di molecole.
Hanno funzioni molto diverse, ma un'unica origine comune.
Un gruppo di ricercatori della Umeå University, in Svezia, ha scoperto che lo stesso meccanismo si nasconde dietro alla formazione delle cellule che formano gli organi della visione presenti negli occhi, e quelle che formano gli organi dell'ofatto, che si trovano nel naso.
Alla base ci sono le stesse molecule che durante la formazione del feto si occupano della trasduzione dei vari segnali, che fanno si che in ciascuna zona si formino gli organi giusti.
Olfatto e vista sono due sensi fondamentali per sviluppare la nostra capacità di percepire il mondo attorno a noi.
La capacità di sentire odori risiede nella mucosa che ricopre le cavità nasali. La capacità di vedere gli oggetti intorno a noi deriva invece dalla formazione della retina e del cristallino, all'interno del nostro bulbo oculare.
Era risaputo che sia la mucosa nasale che la retina si formassero in una delle prime fasi dello sviluppo del feto, ma finora si ignorava quali segnali fossero precisamente alla base della loro formazione.
Secondo questa recente scoperta, è stato possibile dimostrare che le molecole che trasmettono i segnali che regolano la formazione dei nostri organi, sono esattamente le stesse per mucosa nasale e retina.
In base alle scoperte fatte dal gruppo di ricercatori della Umeå University, è stato possibile dimostrare anche che, durante la formazione del feto, le cellule esposte a questo tipo di segnali per un periodo breve si trasformano in cellule responsabili dell'olfatto, mentre quelle esposte per periodi lunghi generano le parti degli occhi responsabili per la vista.
Quello della più o meno alta concentrazione di questo tipo di molecule è un processo piuttosto comune nello sviluppo e differenziazione del nostro corpo.
La novità di questa scoperta risiede nel fatto che la differenza nella formazione di un organo rispetto a un altro non è data dalla quantità di molecole presenti, ma dalla lunghezza, ovvero la maggiore o minore quantità di tempo in cui i due organi sono esposti ai segnali di queste molecole.
Si tratta quindi di una scoperta importante per comprendere sempre meglio i meccanismi che si nascondono dietro alla formazione del feto durante la gravidanza.
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