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La forma a “clessidra” è davvero senza tempo

La preferenza per il “vitino di vespa” non sarebbe esclusiva della nostra epoca: già nei testi antichi la si può rintracciare. L'essere umano avrebbe una predisposizione naturale nel giudicarla bella, forse perché sintomo di un buono stato di salute dell'organismo.

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I testi di tutte le epoche non fanno che ripetere la stessa cosa quando si arriva quando si arriva al “punto vita” - sono infatti tutti d'accordo nel descrivere le sottili vite femminili come attraenti. Questa conclusione deriva da un'analisi di testi inglesi, indiani e cinesi risalenti fino al primo secolo d. C. Secondo i ricercatori, i risultato è in accordo con l'idea che noi esseri umani siamo predisposti a preferire un vita snella, che è collegata a un buono stato di salute e a una maggiore fertilità.

Non è un segreto la cultura moderna abbia una spiccata preferenza per corpi simili a quella della bambola Barbie. Alcuni scienziati sostengono però che questo rifletta solo i valori occidentali moderni.

Per avere un quadro più chiaro sulla questione, lo psicologo Devendra Singh e colleghi, dell'Università del Texas di Austin, USA, hanno rovistato nel database di Literature Online (LION), che contiene oltre 345.000 opere americane di letteratura, dal 1500 al 1799.

Singh racconta che ha preferito analizzare i testi scritti piuttosto che le opere di pittura, perchè le vesti talvolta possono nascondere le dimensioni dello vita delle persone rappresentate in un quadro. Aggiunge anche che il testo scritto può fornire un'idea più chiara di come il soggetto debba essere percepito: “In poesia lo dici senza mezzi termini, ' Ecco una spledida fanciulla e guardate che vita”.

Chiaro e pulito.

La ricerca nel database ha prodotto 2873 riferimenti al punto vita nei testi inglesi, 87 fra i quali sono stati giudicati avere un un tono romantico, nel giudizio di due recensori indipendenti. La ricerca ha nello stesso modo evidenziato 219 riferimenti romantici al seno della donna, 57 alle cosce e 15 alle natiche.

Tutti i riferimenti romantici alla vita l'hanno descritta come snella. Per esempio, agli inizi del 1600, il poeta inglese John Harington ha descritto le caratteristiche che rendono bella una donna in questo modo: “La sua pelle, e i denti, devono essere chiari, splendenti e puliti.../ grande il seno e larghi i fianchi, distanti le sopracciglia,/ una bocca piccola, una piccola vita...”

Le descrizioni delle dimensioni delle altre parti del corpo si sono dimostrate meno coerenti di quelle della vita. Molti scrittori inglesi per esempio elogiano il seno piccolo.

Singh ha poi chiesto a esperti di letteratura cinese e indiana di citare alcuni testi di poesia erotica antica che descrivano la bellezza femminile. Gli esperti hanno suggerito due epiche indiane, il Mahabarata e il Ramayana, dal primo al terzo secolo d. C., e la poesia della Dinastia di Palazzo cinese da quarto al sesto secolo d. C.

Ancora una volta tutti i riferimenti romantici al punto vita – 56 in tutto – descrivono questa parte del corpo come attrativamente sottile. “non c'è alcuna eccezione” sottolinea Singh.

Il ricercatore ritiene che la lode antica alla vita sottile sia significativa perchè soltanto a cavallo degli anni Cinquanta del secolo scorso gli scienziati hanno capito che il rapporto fra la misura della vita e quella dei fianchi può essere un buon indicatore dello stato di salute. Per esempio, anche gli individui con braccia e cosce relativamente snelle hanno un rischio più elevato di infarto se hanno molto grasso addominale.

L'obesità addominale è stata anche collegata a un maggiore rischio di tumore al seno e ovaie e al diabete. Ricerche precedenti hanno anche suggerito che le donne con un rapporto vita-fianchi basso sono più fertili.

Singh crede che la lode generalizzata al femminile “vitino di vespa”, significhi che gli essere umani sono predisposti a vedere questo tratto somatico come bello. “Questo consenso non può basarsi su qualcosa di arbitrario” dice il ricercatore a proposito dei testi analizzati dal suo team. Lo psicologo suggerisce che invece il nostro cervello può aver evoluto una preferenza per questa caratteristica, visto il legame che essa ha con il buono stato di salute dell'organismo.

Singh ammette però che alcuni artisti, come Peter Paul Rubens, hanno anche celebrato le donne voluttuose con la vita grossa. Ma dice anche che tali preferenze sono un'eccezione piuttosto che la regola.

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