Le proprietà nutritive dei ceci potrebbero essere alla base dello sviluppo delle civiltà mesopotamiche, come testimonia lo studio di un team di ricercatori israeliani
Potrebbe l'umile cece aver cambiato il
corso della storia? Una fra le specie originariamente coltivate nella
fertile mezzaluna della Mesopotamia, i suoi valori nutritivi sono
stati citati fra i motivi dello sviluppo della civiltà in
quell'area.
Zohar Kerem, dell'Università
Ebraica di Gerusalemme, pensa di aver trovato la prova a supporto di
quest'ipotesi. Kerem e colleghi hanno raccolto dei campioni di cece
selvatico (Cicer reticolatum) e ne hanno comparato i valori
nutritivi con quelli delle varietà coltivate. I ceci selvatici
sono rari e difficili da crescere, deve quindi esserci un buon motivo
che spieghi la caparbietà dei nostri antenati nel coltivarli
circa 11.000 anni fa.
Il motivo, dice Kerem, è
l'aminoacido triptofano – un precursore del neurotrasmettitore
serotonina. Quantità maggiori nella dieta potrebbero
migliorare la prestazione sotto stress. Il triptofano aiuta anche
l'ovulazione, un vantaggio nei periodi di espansione umana. I ceci
coltivati mostrano livelli tre volte superiori di triptofano rispetto
ai cugini selvatici ("Journal of Archeological Science", in stampa).
Kerem ritiene che le popolazioni preistoriche sapessero che i ceci sono particolarmente nutritivi. “Probabilmente li faceva sentire bene”, sostiene lo scienziato. Non tutti sono però convinti che i ceci abbiano dato inizio ai grandi imperi umani. “Non c'è alcuna chiara indicazione di quando gli effetti della selezione causati dalla crescita del cervello si siano verificati – è stato 10.000 anni fa o 5000?” si chiede Bruce Smith dello Smithsonian Institution a Washington DC, USA.
Non sempre basta essere belli, bisogna anche piacere alle amiche della donna che vogliamo conquistare. Uno studio recente conferma infatti che anche le donne, come altre femmine nel mondo animale, per selezionare il compagno tendono a basarsi sulle preferenze delle altre
Una nuova ricerca rivela che le persone affette da amnesia fanno difficoltà a immaginare gli eventi futuri con ricchezza di dettagli e aspetti emotivi. Questa scoperta si aggiunge a molti altri studi che dimostrano l'utilità dei ricordi nel prefigurarsi le situazioni future
Un recente studio mette in luce i meccanismi fisiologici concomitanti alla maggiore probabilità di sviluppare disturbi cardiaci registrata in coloro che da bambini abbiano subito abusi, fisici e sessuali.
Il buco nero gigante al centro della nostra galassia ha divorato una massa della grandezza di Mercurio circa 60 anni fa, suggeriscono gli ultimi dati del satellite Chandra X-ray Observatory. Questo risultato conferma le precedenti evidenze, secondo cui il buco nero, che in questo momento attraversa un periodo di magra, di tanto in tanto inghiotte grandi masse.
I farmaci che hanno la capacità di ridurre la probabilità di trasmissione del virus dell'HIV da madre a figlio al momento del parto hanno purtroppo la brutta complicazione di rendere inefficaci i successivi trattamenti sulla madre. Una nuova ricerca evidenzia che un ritardo nel ricominciare la cura dopo il parto potrebbe avere effetti positivi nel diminuire questo effetto collaterale.
La preferenza per il “vitino di vespa” non sarebbe esclusiva della nostra epoca: già nei testi antichi la si può rintracciare. L'essere umano avrebbe una predisposizione naturale nel giudicarla bella, forse perché sintomo di un buono stato di salute dell'organismo.
Anche se possiamo ancora vederli integri, la formazione celeste chiamata “pilastri della creazione” potrebbe non esistere più da almeno 6000 anni, a causa dell'esplosione di una supernova
Un altro ostacolo per le terapie a base di cellule staminali. Due gruppi di ricerca hanno dimostrato separatamente che le cellule staminali posso innescare dei processi cancerogeni. Oltre a fornire una spiegazione del fenomeno, i ricercatori suggeriscono un metodo di monitoraggio per ridurre il rischio.