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Ceci “intelligenti” alla conquista del mondo

Le proprietà nutritive dei ceci potrebbero essere alla base dello sviluppo delle civiltà mesopotamiche, come testimonia lo studio di un team di ricercatori israeliani

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Potrebbe l'umile cece aver cambiato il corso della storia? Una fra le specie originariamente coltivate nella fertile mezzaluna della Mesopotamia, i suoi valori nutritivi sono stati citati fra i motivi dello sviluppo della civiltà in quell'area.

Zohar Kerem, dell'Università Ebraica di Gerusalemme, pensa di aver trovato la prova a supporto di quest'ipotesi. Kerem e colleghi hanno raccolto dei campioni di cece selvatico (Cicer reticolatum) e ne hanno comparato i valori nutritivi con quelli delle varietà coltivate. I ceci selvatici sono rari e difficili da crescere, deve quindi esserci un buon motivo che spieghi la caparbietà dei nostri antenati nel coltivarli circa 11.000 anni fa.

Il motivo, dice Kerem, è l'aminoacido triptofano – un precursore del neurotrasmettitore serotonina. Quantità maggiori nella dieta potrebbero migliorare la prestazione sotto stress. Il triptofano aiuta anche l'ovulazione, un vantaggio nei periodi di espansione umana. I ceci coltivati mostrano livelli tre volte superiori di triptofano rispetto ai cugini selvatici ("Journal of Archeological Science", in stampa).

Kerem ritiene che le popolazioni preistoriche sapessero che i ceci sono particolarmente nutritivi. “Probabilmente li faceva sentire bene”, sostiene lo scienziato. Non tutti sono però convinti che i ceci abbiano dato inizio ai grandi imperi umani. “Non c'è alcuna chiara indicazione di quando gli effetti della selezione causati dalla crescita del cervello si siano verificati – è stato 10.000 anni fa o 5000?” si chiede Bruce Smith dello Smithsonian Institution a Washington DC, USA.

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