Gli strumenti di Mars Express confermano che quella che era considerata una testimonianza di un’antica civiltà marziana non è altro che una illusione
Una nuova serie di immagini riprese dalla sonda europea Mars Express dimostrano che la famosa "faccia di Marte" non è altro che una formazione rocciosa. Fotografata per la prima volta dalla sonda della NASA Viking 1 nel 1976, la faccia è stata usata da molti teorici della cospirazione per accusare governi e agenzie spaziali di nascondere le prove dell'esistenza di civiltà extraterrestri. Come invece già spiegato abbondantemente dagli scienziati della NASA, le nuove immagini non fanno che confermare l'ipotesi più probabile e cioè che si tratta di una roccia scolpita da eventi naturali.
La foto del 1976 infatti era stata scattata a un livello di risoluzione molto più basso rispetto a quello attuale. Nonostante effettivamente assomigli a una enorme scultura, in realtà da tempo la faccia era stata spiegata dagli esperti della NASA come risultato di un effetto ottico, per le ombre create dalla luce del Sole sugli anfratti rocciosi. Già nel 1998 e nel 2001 un'altra sonda della NASA, il Mars Global Surveyor, aveva mostrato con una serie di immagini molto più dettagliate che di fatto non c'era nessuna rassomiglianza con una faccia.
Ma fin dal 2003, cioè dell'arrivo della sonda Mars Express sul pianeta rosso, è iniziata una campagna via e-mail da parte dei più accaniti sostenitori degli extraterrestri diretta all'Agenzia Spaziale Europea (ESA) affinché gli strumenti europei svelassero il mistero. I primi tentativi sono stati fatti nel 2004, ma le cattive condizioni meteo della regione di Cydonia avevano reso impossibile fotografare la roccia. Alla fine, il 22 luglio del 2006 la sonda ha ottenuto immagini chiare della zona, riuscendo a fotografare la roccia da più parti e permettendo la costruzione di una immagine in tre dimensioni. La roccia appare essere quindi nient'altro che una collina modellata dall'erosione probabilmente dovuta ad antichi ghiacciai o comunque acqua, senza tracce di interventi artificiali.
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