La scoperta potrebbe portare alla produzione di carburante ecologico dagli scarti vegetali
Batteri geneticamente modificati potrebbero produrre biodiesel a partire da materiali vegetali. Lo dimostrano i dati pubblicati sulla rivista “Microbiology” da un gruppo di ricercatori guidati da Alexander Steinbüchel dell'Università tedesca di Munster. Lo studio evidenzia come questi batteri modificati possano aiutare a tagliare le emissioni di anidride carbonica e ridurre nello stesso tempo la necessità di far crescere nuove colture per produrre combustibili ecologici.
L'équipe di ricercatori tedeschi ha prodotto un ceppo batterico in grado di produrre alcol dallo zucchero e combinare poi l'alcol stesso con olio vegetale per produrre un tipo di carburante ecologico chiamato microdiesel. Il batterio di partenza era l'Escherichia coli ed è stato modificato prima attraverso l'inserimento di due geni del batterio Zymomonas mobilis per ottenere l'alcol e poi con un gene dell’Acinetobacter baylyi per produrre il carburante. I batteri modificati sono stati poi coltivati in laboratorio in un mix di glucosio e nel principale componente dell'olio di oliva. Il tutto è stato poi raffinato fino a ottenere un acido grasso che può sostituire il diesel, il microdiesel appunto.
Il microdiesel risulta così prodotto senza usare sostanze chimiche tossiche. Inoltre, in futuro si potrebbe ottenere questo carburante anche a partire dagli scarti vegetali delle colture usate per la produzione di cibo, evitando così la necessità di coltivare piante specificatamente per produrre biodiesel. Nonostante sia un combustibile "ecologicamente corretto" è comunque improbabile che il biodiesel possa rappresentare una soluzione definitiva al problema delle emissioni di gas serra nell'atmosfera. Il taglio dei consumi energetici risulta essere ancora l'unica soluzione veramente efficace nel lungo periodo.
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