Una flotta esplorerebbe i fondali tuttora sconosciuti per il 95% della loro estensione
Una flotta di sottomarini robotizzati studierà gli oceani per svelarne i segreti. Il progetto, che potrebbe partire tra cinque anni, è stato svelato dalla NOAA, la National Oceanographic and Atmospheric Administration americana alla conferenza Oceans 2006 di Boston. Secondo quanto previsto dalla NOAA, un centinaio di sottomarini completamente automatici simili vagamente a dei siluri potrebbe esplorare i fondali marini (che sono conosciuti solo per il 5% della loro estensione) alla ricerca di nuove specie e di particolari strutture naturali, come le sorgenti idrotermali. In particolare, i sottomarini si muoverebbero lungo le dorsali oceaniche, alla scoperta di vulcani sconosciuti, in un percorso che si estende per oltre 50 000 chilometri.
L'ostacolo tecnologico da battere è l'autonomia di questi mezzi. Generalmente infatti le batterie hanno una durata limitata e i sottomarini robot vengono usati solo in presenza di una nave appoggio nelle vicinanze. In questo caso dovrebbero essere del tutto autonomi. Per questo motivo un gruppo di ricercatori del Bristol Robotics Laboratory sta studiando la possibilità di sviluppare un sistema che sfrutti il plancton e l'ossigeno disciolto nell'oceano per alimentare un motore attraverso un duplice sistema. Il primo è costituito da batteri che degradano l'esoscheletro del plancton producendo zuccheri. Il secondo è un gruppo di celle a combustibile che usa l'ossigeno disciolto in acqua e gli zuccheri per produrre energia e alimentare i motori e gli strumenti dei robot sottomarini. Il problema è che non è ancora ben chiaro come questi mezzi possano raccogliere il plancton sott'acqua anche se esperimenti condotti in laboratorio hanno già dimostrato che la quantità di elettricità generata in questo modo sarebbe più che sufficiente per consentire una lunga autonomia sott'acqua.
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