Ma chi l'ha detto che i ricercatori sono persone per bene? Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Nature, almeno un terzo di loro è disposto ad ammettere qualche peccatuccio rispetto all'etica. E non sempre si tratta di cose da poco.
Peccati scientifici per molti ricercatori. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Nature, un terzo degli scienziati è disposto ad ammettere di aver compiuto negli ultimi tre anni almeno una cosa contraria all'etica scientifica. La ricerca è stata condotta da Brian Martinson della Health Partners Research Foundation di Minneapolis nel Minnesota e si è basata su un questionario anonimo inviato a migliaia di ricercatori, sponsorizzato dai National Institutes of Health.
Nel questionario si chiedeva se gli scienziati se potessero definirsi colpevoli di cattiva condotta negli ultimi tre anni e forniva alcune esemplificazioni pratiche, come la falsificazione dei dati o il fatto di averli raccolti in modo inadeguato. In totale, a rispondere al questionario sono stati 3247 persone. Solo il 1,5% ha ammesso di aver plagiato altre ricerche o di averle falsificate. Il 15,5%, però, ha ammesso di aver cambiato il progetto della ricerca in seguito a pressioni di una fonte esterna che erogava i finanziamenti. E il 12,5% ha ammesso di aver chiuso un occhio sull'uso di dati inesatti, mentre il 7,6% di aver aggirato alcune procedure, di secondaria importanza, relative alla sperimentazione sugli esseri umani. In totale, circa un terzo ha ammesso almeno uno dei dieci casi peggiori di cattiva condotta previsti dal questionario.
Secondo Martinson, la fotografia che ne esce della scienza è particolarmente negativa, anche se non si tratta di casi molto gravi, come il fatto di aver plagiato una ricerca. "La maggior parte dei comportamenti riportati riguarda comportamenti non drammatici, ma corrosivi per la struttura della scienza", dice. L'esperto pensa che la causa sia da vedersi nella sempre maggiore pressione alla pubblicazione alla quale gli scienziati sono sottoposti.
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Un velivolo ecologico, mosso solo dall'energia della nostra stella. Per adesso si tratta solo di un progetto, ma un esploratore svizzero è pronto a scommettere che tra qualche anno sarà pronto.
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