Era previsto dalla teoria, ma non era ancora stato identificato. Lo ha fotografato Cassini, che tornerà presto a osservarlo da vicino per cercare di capire meglio da dove provenga la sua energia.
L'ultimo passaggio ravvicinato della sonda Cassini sulla luna gigante di Saturno Titano, ha portato alla scoperta di un gigantesco vulcano che sembra eruttare metano. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature, i ricercatori del team internazionale che segue Cassini spiegano che la sonda è riuscita a fotografare una struttura circolare di circa 30 chilometri di diametro che non assomiglia a nessuna delle strutture finora individuate sulle lune del sistema di Saturno.
Secondo i ricercatori si tratta di un vulcano ghiacciato, formatosi in seguito alla fuoruscita dalle profondità della luna di materiale ghiacciato e che probabilmente continua a liberare metano nell'atmosfera di Titano. "Prima della sonda — spiegano gli scienziati — si pensava che il metano su Titano dipendesse dalla presenza di grandi oceani di idrocarburi. Ora le immagini non ci danno alcuna prova dell'esistenza di questi oceani". Le immagini sono state ottenute grazie a uno spettrometro all'infrarosso, mostrano una struttura simile ai vulcani terrestri e di Venere, formatasi con l'accumulo di flussi di materia uno sull'altra. "Pensavamo, in base alle teorie sulla sua formazione del satellite, che su Titano esistessero dei vulcani simili, e adesso ne abbiamo la prova", dicono i ricercatori.
Nel centro dell'area, si nota una struttura scura, che assomiglia a una caldera. Il materiale che erutta potrebbe essere ghiaccio misto a metano e a altri idrocarburi. Rimangono dubbi su quale sia la fonte che fornisce energia a questo vulcano, se le forze di marea create dall'attrazione gravitazionale di Saturno o altri processi geologici. Per scoprirlo, sono previsti altri passaggi ravvicinati di Cassini: il prossimo ci sarà il 22 agosto.
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