L'hanno battezzato MML, ed è un gene che si attiva durante lo sviluppo embrionale: secondo gli autori della scoperta, potrebbe dare indicazioni di cura per patologie del sistema vascolare e per alcune forme tumorali, come le leucemie.
Scoperto il gene che dirige lo sviluppo delle cellule del sangue, controllando un gruppo di altri geni che gestiscono la produzione delle cellule primigenie indispensabili alla fornitura delle diverse cellule ematiche. Secondo quanto riferito su Developmental Cell da Patricia Ernst del Dana-Faber Cancer Institute questo gene, battezzato MML, entra in funzione durante lo sviluppo embrionale e potrebbe dare indicazioni di cura per patologie del sistema vascolare e per alcune forme tumorali, come le leucemie.
Nel sangue ci sono infatti diversi tipi di cellule, che sommariamente possiamo suddividere in globuli rossi, bianchi e piastrine. Queste cellule si formano a partire da una riserva di staminali, note come cellule emopoietiche, le quali nascono nel corso dello sviluppo embrionale e vengono usate dal corpo per tutta la vita per il ricambio di cellule del sangue.
I ricercatori, usando embrioni di topo col gene MML spento, hanno scoperto che senza di esso le riserve emopoietiche non si formano. Con analisi genetiche si sono accorti che MML accende a regola d'arte una famiglia di altri geni dello sviluppo detti HOX.
La presenza di MML è critica per la crescita dell'organismo a livello embrionale e lo rimane anche dopo. Infatti se MML è spento nei topi adulti, comunque questi perdono la possibilità di produrre le cellule del sangue pur avendo a disposizione le riserve emopoietiche precedentemente formate. La conoscenza di MML è cruciale secondo gli scienziati americani per scoprire le basi biologiche di molte malattie del sangue. Tra queste proprio di recente lo stesso gruppo di ricerca ha scoperto una leucemia a carico di una mutazione proprio di MML.
Per la prima volta, sono stati creati in un laboratorio americano prioni artificiali. Il risultato spiega molti dei meccanismi alla base dell'aggregazione delle componenti proteiche del prione e potrebbe fornire un nuovo modello di studio per le malattie associate alla presenza di prioni.
Il rover americano Opportunity ha scoperto che nel cratere Eagle c'era un antico mare marziano. Ha individuato anche le increspature sulla sabbia lasciate dalle onde.
Le più antiche prove dell'uso del fuoco da parte dell'uomo sono ossa fossili che possono essere state bruciate soltanto all'interno di un focolare. La scoperta è avvenuta in Sudafrica.
Un astrofilo del Kentuky ha scoperto una nuova stella, grazie al suo telescopio da 8 centimetri. Due astronomi dell'Università delle Hawaii hanno confermato il lieto evento e hanno battezzato la nebulosa con il nome dello scopritore.
Chimici dell'Università di Stanford e dell'Università di Edinburgo hanno finalmente dato una spiegazione scientifica al fenomeno. Nessuna sfida alle leggi della fisica: si tratterebbe soltanto di bolle spinte lungo i bordi del boccale verso il fondo dai vortici che si formano dopo la spillatura.
Le spiagge del Cile meridionale sono state invase da un'enorme quantità di calamari giganti, che ha creato un forte allarme nelle comunità locali. La spiegazione di questo strano fenomeno arriva dallo spazio, grazie alle misurazioni del satellite europeo Envisat.
Due studi inglesi pubblicati da Science disegnano un ritratto a tinte fosche del presente per le specie animali e vegetali in Gran Bretagna. Ma se la tendenza alla riduzione del numero delle specie viventi non fosse soltanto un problema britannico?
Si tratta di un enzima che agisce nel cervello, direttamente nell'ipotalamo che è anche il centro di controllo dell'appetito. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori statunitensi e potrebbe aiutare a trovare una soluzione all'obesità.
L'acqua bevuta dalle popolazioni inglesi dimostra che gli anglosassoni furono solo uno sparuto gruppo di conquistatori che dominò sulle più numerose popolazioni autoctone.
È un fossile molecolare che risale a prima dell'avvento delle proteine. È stato scoperto nei batteri Gram-positivi.
Plauso degli ambientalisti, ma preoccupazioni da parte degli industriali che temono la perdita di competitività dell'economia del Vecchio Continente.
È quanto emerge da una intervista al premio Nobel Rita Levi Montalcini: ma, secondo la scienziata, l'ottimismo per il futuro è d'obbligo.
Si sarebbero formati nell'Universo molto prima di quanto si pensi. È quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori dell'Istituto di Radioastronomia del Cnr a Bologna.
Viveva centinaia di milioni di anni fa. Era una specie con un numero di cromosomi doppio e una forte potenzialità evolutiva. Ora secondo ricercatori statunitensi potrebbe avere legami di parentela con i lieviti, organismi unicellulari, di oggi.
Anche se il suo destino è segnato, Hubble continua a fotografare l'Universo. Raggiungendo le galassie più lontane, illuminate dalle prime stelle in via di formazione.
Legambiente denuncia un peggioramento nella qualità ambientale in Italia. E il nostro paese rimane sempre più indietro rispetto alla media europea.
La ricerca va male anche in Francia. E i ricercatori, dopo giorni di protesta, si dimettono in massa. Le richieste: contratti e nuovi finanziamenti.
Un atterraggio troppo violento avrebbe causato la perdita del lander europeo. Tra le cause, la minore densità dell'atmosfera di Marte.
Oltre a contenere sostanze chimiche pericolose, richiedono grandi quantità di materiali per produrli. Unica soluzione, allungare la vita dei computer.