L'acqua bevuta dalle popolazioni inglesi dimostra che gli anglosassoni furono solo uno sparuto gruppo di conquistatori che dominò sulle più numerose popolazioni autoctone.
Dal tipo di acqua che bevevano gli inglesi, gli archeologi sono riusciti a ricostruire la storia delle origini degli attuali sudditi di Sua Maestà. Gli anglosassoni venuti dal continente nei primi anni del Medioevo (in particolare dalla penisola dello Jutland e dalla Germania settentrionale) non colonizzarono in massa le isole britanniche. Anzi in realtà erano solo un gruppetto sparuto di persone e l'unica supremazia che sono stati capaci di introdurre è stata quella culturale. Quindi, gli "antenati della regina" sono per lo più rappresentati dai popoli nativi dell'isola (di origine celtica in gran parte) che però nel corso dei secoli hanno acquisito i costumi anglosassoni.
La tesi è dei ricercatori della University of Durham e del British Geological Survey, i quali hanno analizzato la composizione dei denti di 24 scheletri rinvenuti nell'antico cimiterodi West Heslerton nel North Yorkshire che raccoglie le spoglie di individui vissuti tra il Quinto e il Settimo secolo d.C. in una zona di supposta dominazione anglosassone.
Dalla concentrazione di certi elementi come lo stronzio e l'ossigeno gli scienziati, come riferito su Antiquity, sono riusciti a risalire al tipo di acqua che questi uomini hanno bevuto nei loro primi 12 anni di vita, quindi presumibilmente nel paese d'origine, prima di partire alla conquista delle isole britanniche.
Poiché la composizione dell'acqua è diversa a seconda dei vari paesi, spiegano gli esperti, si presuppone che l'origine geografica degli individui testati corrisponda alla concentrazione degli isotopi presenti nei loro denti.
Dalle analisi è chiaro: solo pochi scheletri indicano la provenienza dal continente, quasi tutti sono autoctoni dell'Inghilterra.
Una nuova tecnica messa a punto da ricercatori australiani promette di rivoluzionare il modo con cui si puliscono le piume degli uccelli che incappano in mare in un banco di catrame.
Per la prima volta, sono stati creati in un laboratorio americano prioni artificiali. Il risultato spiega molti dei meccanismi alla base dell'aggregazione delle componenti proteiche del prione e potrebbe fornire un nuovo modello di studio per le malattie associate alla presenza di prioni.
Il rover americano Opportunity ha scoperto che nel cratere Eagle c'era un antico mare marziano. Ha individuato anche le increspature sulla sabbia lasciate dalle onde.
Le più antiche prove dell'uso del fuoco da parte dell'uomo sono ossa fossili che possono essere state bruciate soltanto all'interno di un focolare. La scoperta è avvenuta in Sudafrica.
Un astrofilo del Kentuky ha scoperto una nuova stella, grazie al suo telescopio da 8 centimetri. Due astronomi dell'Università delle Hawaii hanno confermato il lieto evento e hanno battezzato la nebulosa con il nome dello scopritore.
Chimici dell'Università di Stanford e dell'Università di Edinburgo hanno finalmente dato una spiegazione scientifica al fenomeno. Nessuna sfida alle leggi della fisica: si tratterebbe soltanto di bolle spinte lungo i bordi del boccale verso il fondo dai vortici che si formano dopo la spillatura.
Le spiagge del Cile meridionale sono state invase da un'enorme quantità di calamari giganti, che ha creato un forte allarme nelle comunità locali. La spiegazione di questo strano fenomeno arriva dallo spazio, grazie alle misurazioni del satellite europeo Envisat.
Due studi inglesi pubblicati da Science disegnano un ritratto a tinte fosche del presente per le specie animali e vegetali in Gran Bretagna. Ma se la tendenza alla riduzione del numero delle specie viventi non fosse soltanto un problema britannico?
Si tratta di un enzima che agisce nel cervello, direttamente nell'ipotalamo che è anche il centro di controllo dell'appetito. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori statunitensi e potrebbe aiutare a trovare una soluzione all'obesità.
È un fossile molecolare che risale a prima dell'avvento delle proteine. È stato scoperto nei batteri Gram-positivi.
Plauso degli ambientalisti, ma preoccupazioni da parte degli industriali che temono la perdita di competitività dell'economia del Vecchio Continente.
È quanto emerge da una intervista al premio Nobel Rita Levi Montalcini: ma, secondo la scienziata, l'ottimismo per il futuro è d'obbligo.
L'hanno battezzato MML, ed è un gene che si attiva durante lo sviluppo embrionale: secondo gli autori della scoperta, potrebbe dare indicazioni di cura per patologie del sistema vascolare e per alcune forme tumorali, come le leucemie.
Si sarebbero formati nell'Universo molto prima di quanto si pensi. È quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori dell'Istituto di Radioastronomia del Cnr a Bologna.
Viveva centinaia di milioni di anni fa. Era una specie con un numero di cromosomi doppio e una forte potenzialità evolutiva. Ora secondo ricercatori statunitensi potrebbe avere legami di parentela con i lieviti, organismi unicellulari, di oggi.
Anche se il suo destino è segnato, Hubble continua a fotografare l'Universo. Raggiungendo le galassie più lontane, illuminate dalle prime stelle in via di formazione.
Legambiente denuncia un peggioramento nella qualità ambientale in Italia. E il nostro paese rimane sempre più indietro rispetto alla media europea.
La ricerca va male anche in Francia. E i ricercatori, dopo giorni di protesta, si dimettono in massa. Le richieste: contratti e nuovi finanziamenti.