Una nuova tecnica messa a punto da ricercatori australiani promette di rivoluzionare il modo con cui si puliscono le piume degli uccelli che incappano in mare in un banco di catrame.
Una doccia a base di polvere di ferro magnetizzata potrebbe essere molto più efficace del sapone per togliere dalle piume degli uccelli il catrame disperso in mare. Lo sostengono ricercatori australiani guidati da John Orbell della Victoria University di Melbourne, in uno studio pubblicato sulla rivista Marine Pollution Bulletin.
Secondo i ricercatori questa tecnica, che consiste nel cospargere il piumaggio degli uccelli intriso di catrame con polvere di ferro, permette di essere molto più efficace del normale sapone, riuscendo ad assorbire il 98 per cento dell'olio assorbito dalle piume. L'esperimento è stato condotto su piume di anatre marine (Anas platyrhynchos) e pinguini minori. La sola controindicazione è che però questa tecnica non può per il momento essere impiegata su animali vivi e infatti i ricercatori hanno usato degli uccelli morti comprati al mercato o recuperati in riserve marine. Ma gli scienziati stanno lavorando su altri materiali meno pericolosi per creare lo stesso effetto e inoltre stanno mettendo a punto uno strumento che permetta di intervenire direttamente sugli uccelli contaminati da petrolio sulle spiagge.
Tra i tanti vantaggi di questa tecnica è anche il minor tempo necessario per pulire un uccello. Con i normali detergenti usati dai volontari occorrono 4 o 5 ore di lavaggi continui, mentre con la polvere di ferro bastano solo 15 minuti.
Il segreto di questo sistema consiste nelle particolari caratteristiche fisiche della polvere di ferro. Le forze elettrostatiche spingono infatti le particelle di olio a unirsi alla polvere di ferro. Basta poi passare lungo il corpo dell'uccello una calamita per attirare la polvere di ferro e tirar via così anche il petrolio. Dopo nove trattamenti le piume dell'uccello sottoposto a trattamento tornano a essere come candide, ma rimangono delle tracce di olio che possono minare la permeabilità del piumaggio. "Questo è un ostacolo — ha spiegato Orbell — che dobbiamo superare perché se il piumaggio non è perfettamente permeabile, l'uccello rischia di morire per ipotermia immergendosi in acque fredde". Una soluzione potrebbe essere quella di usare delle particelle di polvere di ferro più piccole e dotate di microfessure.
È una scoperta importante per capire come dalle pinne si sono evoluti gli arti, quella fatta in Pennsylvania di un fossile di omero, con caratteristiche a metà strada tra quelle di una pinna e quelle di una zampa posteriore. Fornirebbe l'anello di congiunzione tra pesci e anfibi.
In attesa dell'arrivo della missione Cassini-Huygens, un modello di oceanografia spaziale al computer ha descritto i moti ondosi degli oceani di Titano. È stato presentato al congresso annuale della Royal astronomical society.
Il declino del numero di specie animali da allevamento mette in allarme la Fao: nel futuro potremmo non essere in grado di fronteggiare carestie o epidemie. Perché la diversità animale è come un'assicurazione per il futuro.
L'ambra grigia, prodotta dall'intestino dei capodogli, è un ingrediente essenziale dei profumi francesi. L'ingegneria genetica potrebbe permettere di sostituirla con un'altra sostanza dotata delle stesse proprietà di fissatore degli odori.
Ecco a voi PC3/Tis21, il gene alla base dei processi di differenziazione delle cellule del cervelletto. È stato isolato da un gruppo di ricerca internazionale coordinato da un laboratorio del Cnr. E fa sperare bene per la ricerca sui tumori di questa regione.
La Mekong River Commission accusa la Cina di prosciugare il più grande fiume del sudest asiatico e di essere la causa delle anomale fluttuazioni delle sue piene, causa di preoccupazioni per la più grande industria ittica di acqua dolce del mondo.
Uno studio dimostrerebbe che alcune nanomolecole sono dannose per il cervello dei pesci e letali per altri animali acquatici. Se fosse confermato, la notizia della pericolosità di queste molecole potrebbe essere un duro colpo per la ricerca nanotecnologica.
Scoperto in Cina un vaso con raffigurate due fenici, risalente al neolitico. Sarebbe la più antica rappresentazione dell'uccello mitologico mai osservata finora e riaprirebbe la questione dell'origine del mito.
Un nuovo modello al computer spiegherebbe il meccanismo di formazione delle misteriose spirali nelle calotte polari su Marte. Non sarebbe effetto di venti né di strani movimenti delle calotte, ma di cicli di congelamento e scongelamento.
Per la prima volta, sono stati creati in un laboratorio americano prioni artificiali. Il risultato spiega molti dei meccanismi alla base dell'aggregazione delle componenti proteiche del prione e potrebbe fornire un nuovo modello di studio per le malattie associate alla presenza di prioni.
Il rover americano Opportunity ha scoperto che nel cratere Eagle c'era un antico mare marziano. Ha individuato anche le increspature sulla sabbia lasciate dalle onde.
Le più antiche prove dell'uso del fuoco da parte dell'uomo sono ossa fossili che possono essere state bruciate soltanto all'interno di un focolare. La scoperta è avvenuta in Sudafrica.
Un astrofilo del Kentuky ha scoperto una nuova stella, grazie al suo telescopio da 8 centimetri. Due astronomi dell'Università delle Hawaii hanno confermato il lieto evento e hanno battezzato la nebulosa con il nome dello scopritore.
Chimici dell'Università di Stanford e dell'Università di Edinburgo hanno finalmente dato una spiegazione scientifica al fenomeno. Nessuna sfida alle leggi della fisica: si tratterebbe soltanto di bolle spinte lungo i bordi del boccale verso il fondo dai vortici che si formano dopo la spillatura.
Le spiagge del Cile meridionale sono state invase da un'enorme quantità di calamari giganti, che ha creato un forte allarme nelle comunità locali. La spiegazione di questo strano fenomeno arriva dallo spazio, grazie alle misurazioni del satellite europeo Envisat.
Due studi inglesi pubblicati da Science disegnano un ritratto a tinte fosche del presente per le specie animali e vegetali in Gran Bretagna. Ma se la tendenza alla riduzione del numero delle specie viventi non fosse soltanto un problema britannico?
Si tratta di un enzima che agisce nel cervello, direttamente nell'ipotalamo che è anche il centro di controllo dell'appetito. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori statunitensi e potrebbe aiutare a trovare una soluzione all'obesità.
L'acqua bevuta dalle popolazioni inglesi dimostra che gli anglosassoni furono solo uno sparuto gruppo di conquistatori che dominò sulle più numerose popolazioni autoctone.
È un fossile molecolare che risale a prima dell'avvento delle proteine. È stato scoperto nei batteri Gram-positivi.
Plauso degli ambientalisti, ma preoccupazioni da parte degli industriali che temono la perdita di competitività dell'economia del Vecchio Continente.
È quanto emerge da una intervista al premio Nobel Rita Levi Montalcini: ma, secondo la scienziata, l'ottimismo per il futuro è d'obbligo.