È quanto emerge da una intervista al premio Nobel Rita Levi Montalcini: ma, secondo la scienziata, l'ottimismo per il futuro è d'obbligo.
"Ho visto quasi per un intero secolo com'è andata la ricerca italiana e noto che ora siamo in un momento di crisi che però spero si possa superare".
È quanto afferma Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina nel corso dell'incontro Fare ricerche, testimonianze del declino dell'Università italiana a marzo all'Università di Roma in cui la scienziata ha portato la sua testimonianza positiva del centro di studi di Neuroscienze che ha preso il via a Roma. Proprio questo centro, voluto in vicinanza dell'istituto di cura e riabilitazione Santa Lucia, rileva la Montalcini, testimonia la possibilità di far cadere le barriere tra ricerca di base e applicata.
Le ricerche che si svolgeranno al centro di neuroscienze che ha già richiamato molti studiosi italiani all'estero, spiega il Nobel, potranno essere utilizzate direttamente sul paziente. Ciò deve essere da stimolo, sostiene, a continuare la grande tradizione scientifica legata al passato del nostro paese.
"L'ottimismo per il futuro è d'obbligo — dichiara la Montalcini — vedremo anche come si sviluppa l'Isituto italiano di tecnologia di Genova, cosa si propone e i mezzi che darà non solo ai ricercatori che ci lavorano ma a tutta Italia. Io ho accettato di esserne membro — aggiunge — a patto che si tenga presente che non c'è solo Genova ma tutta Italia che ha urgente bisogno di un finanziamento adeguato al merito e non per le appartenenze a gruppi di potere".
"Se questo non avvenisse — dichiara ancora il Nobel — io chiederei di essere esonerata da esser membro di questo nuovo istituto".
È importante che la ricerca rimanga all'interno dell'Università, sostiene la Montalcini, ma la ricerca deve anche avvenire nei laboratori esterni come al Cnr, all'Enea, deve esserci una rete continua di interconnessione tra i gruppi universitari e i centri esterni.
Una nuova tecnica messa a punto da ricercatori australiani promette di rivoluzionare il modo con cui si puliscono le piume degli uccelli che incappano in mare in un banco di catrame.
Per la prima volta, sono stati creati in un laboratorio americano prioni artificiali. Il risultato spiega molti dei meccanismi alla base dell'aggregazione delle componenti proteiche del prione e potrebbe fornire un nuovo modello di studio per le malattie associate alla presenza di prioni.
Il rover americano Opportunity ha scoperto che nel cratere Eagle c'era un antico mare marziano. Ha individuato anche le increspature sulla sabbia lasciate dalle onde.
Le più antiche prove dell'uso del fuoco da parte dell'uomo sono ossa fossili che possono essere state bruciate soltanto all'interno di un focolare. La scoperta è avvenuta in Sudafrica.
Un astrofilo del Kentuky ha scoperto una nuova stella, grazie al suo telescopio da 8 centimetri. Due astronomi dell'Università delle Hawaii hanno confermato il lieto evento e hanno battezzato la nebulosa con il nome dello scopritore.
Chimici dell'Università di Stanford e dell'Università di Edinburgo hanno finalmente dato una spiegazione scientifica al fenomeno. Nessuna sfida alle leggi della fisica: si tratterebbe soltanto di bolle spinte lungo i bordi del boccale verso il fondo dai vortici che si formano dopo la spillatura.
Le spiagge del Cile meridionale sono state invase da un'enorme quantità di calamari giganti, che ha creato un forte allarme nelle comunità locali. La spiegazione di questo strano fenomeno arriva dallo spazio, grazie alle misurazioni del satellite europeo Envisat.
Due studi inglesi pubblicati da Science disegnano un ritratto a tinte fosche del presente per le specie animali e vegetali in Gran Bretagna. Ma se la tendenza alla riduzione del numero delle specie viventi non fosse soltanto un problema britannico?
Si tratta di un enzima che agisce nel cervello, direttamente nell'ipotalamo che è anche il centro di controllo dell'appetito. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori statunitensi e potrebbe aiutare a trovare una soluzione all'obesità.
L'acqua bevuta dalle popolazioni inglesi dimostra che gli anglosassoni furono solo uno sparuto gruppo di conquistatori che dominò sulle più numerose popolazioni autoctone.
È un fossile molecolare che risale a prima dell'avvento delle proteine. È stato scoperto nei batteri Gram-positivi.
Plauso degli ambientalisti, ma preoccupazioni da parte degli industriali che temono la perdita di competitività dell'economia del Vecchio Continente.
L'hanno battezzato MML, ed è un gene che si attiva durante lo sviluppo embrionale: secondo gli autori della scoperta, potrebbe dare indicazioni di cura per patologie del sistema vascolare e per alcune forme tumorali, come le leucemie.
Si sarebbero formati nell'Universo molto prima di quanto si pensi. È quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori dell'Istituto di Radioastronomia del Cnr a Bologna.
Viveva centinaia di milioni di anni fa. Era una specie con un numero di cromosomi doppio e una forte potenzialità evolutiva. Ora secondo ricercatori statunitensi potrebbe avere legami di parentela con i lieviti, organismi unicellulari, di oggi.
Anche se il suo destino è segnato, Hubble continua a fotografare l'Universo. Raggiungendo le galassie più lontane, illuminate dalle prime stelle in via di formazione.
Legambiente denuncia un peggioramento nella qualità ambientale in Italia. E il nostro paese rimane sempre più indietro rispetto alla media europea.
La ricerca va male anche in Francia. E i ricercatori, dopo giorni di protesta, si dimettono in massa. Le richieste: contratti e nuovi finanziamenti.
Un atterraggio troppo violento avrebbe causato la perdita del lander europeo. Tra le cause, la minore densità dell'atmosfera di Marte.
Oltre a contenere sostanze chimiche pericolose, richiedono grandi quantità di materiali per produrli. Unica soluzione, allungare la vita dei computer.