Chimici dell'Università di Stanford e dell'Università di Edinburgo hanno finalmente dato una spiegazione scientifica al fenomeno. Nessuna sfida alle leggi della fisica: si tratterebbe soltanto di bolle spinte lungo i bordi del boccale verso il fondo dai vortici che si formano dopo la spillatura.
Un nuovo esperimento di chimici dell'Università di Stanford e dell'Università di Edimburgo ha finalmente provato quello che gli amanti della birra sospettavano da tempo: quando la birra viene versata in un bicchiere, le bolle talvolta vanno in giù anziché verso l'alto.
"Le bolle d'aria sono più leggere del liquido e dunque dovrebbero muoversi verso l'alto, — spiega il ricercatore Richard Zare — eppure moltissimi bevitori sostengono che le bolle lungo il lato del bicchiere si spostino verso il basso, cosa che sembrerebbe sfidare le leggi della fisica".
La questione ha interessato la comunità scientifica quando, nel 1999, alcuni ricercatori australiani annunciarono di aver creato un modello al computer che mostrava come fosse teoricamente possibile che le bolle scendessero verso il basso. Gli scienziati avevano basato le loro simulazioni sul moto delle bolle in un bicchiere di Guinness alla spina, la celebre birra irlandese che contiene sia gas di azoto che biossido di carbonio.
Zare e il collega Andrew J. Alexander erano però scettici sulla validità del modello di Guinness virtuale, e hanno deciso di metterlo alla prova analizzando diversi litri di liquido reale. "In effetti — spiega Zare — all'inizio eravamo convinti che gli australiani avessero bevuto troppa birra. Ma usando una videocamera che riprende 750 immagini al secondo, abbiamo scoperto che le bolle possono davvero affondare fino al fondo di un bicchiere".
La spiegazione del fenomeno è molto semplice: le bolle salgono verso l'alto più facilmente se si trovano al centro del bicchiere e non ai lati. Risalendo, sollevano la birra al centro che è costretta a scendere lungo i bordi del bicchiere, portando giù con sé le bolle più piccole.
L'ambra grigia, prodotta dall'intestino dei capodogli, è un ingrediente essenziale dei profumi francesi. L'ingegneria genetica potrebbe permettere di sostituirla con un'altra sostanza dotata delle stesse proprietà di fissatore degli odori.
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La Mekong River Commission accusa la Cina di prosciugare il più grande fiume del sudest asiatico e di essere la causa delle anomale fluttuazioni delle sue piene, causa di preoccupazioni per la più grande industria ittica di acqua dolce del mondo.
Uno studio dimostrerebbe che alcune nanomolecole sono dannose per il cervello dei pesci e letali per altri animali acquatici. Se fosse confermato, la notizia della pericolosità di queste molecole potrebbe essere un duro colpo per la ricerca nanotecnologica.
Scoperto in Cina un vaso con raffigurate due fenici, risalente al neolitico. Sarebbe la più antica rappresentazione dell'uccello mitologico mai osservata finora e riaprirebbe la questione dell'origine del mito.
Un nuovo modello al computer spiegherebbe il meccanismo di formazione delle misteriose spirali nelle calotte polari su Marte. Non sarebbe effetto di venti né di strani movimenti delle calotte, ma di cicli di congelamento e scongelamento.
Una nuova tecnica messa a punto da ricercatori australiani promette di rivoluzionare il modo con cui si puliscono le piume degli uccelli che incappano in mare in un banco di catrame.
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Il rover americano Opportunity ha scoperto che nel cratere Eagle c'era un antico mare marziano. Ha individuato anche le increspature sulla sabbia lasciate dalle onde.
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