Verso le montagne

Ieri nove ore di viaggio e oggi cinque. Dovevano essere tre o quattro ma poi ci siamo persi. Anche il navigatore non si orientava più e siamo andati avanti e indietro fino a che siamo finalmente arrivati sulla ruta giusta. La numero 40.

Non siamo più nel deserto. Passiamo attraverso sterminati vigneti – la zona di Mendoza è famosa nel mondo per i vini – e ci inerpichiamo verso le montagne. L’orizzonte non è più sconfinato a perdita d’occhio come nei giorni scorsi ma finisce alle catena delle Ande. I bambini inaugurano Radio Darwin: la prima radio bilingue dai tempi di Marconi. Il programma ideato da Kika e Amrit, al quale collaborano anche Monse e Carmela, viene tramesso attraverso il microfono del pullmino. Continua

Il viaggio

Il viaggio non cambia mai, come al solito una vasta pianura senza ombra di confine, la luce abbagliante del sole rende tutto il paesaggio più arido e soprattutto più desolato: non si vede anima viva per più di centinaia e centinaia di chilometri.

M’impressiona la strada diritta fino all’infinito e ai lati del pulmino queste pianure completamente spoglie di vita, salve le piantine che (non so per quale motivo) rimangono in vita con questo calore. È anche molto curioso quanto tempo occorre per asfaltare queste rute, quanto petrolio e asfalto occorre per poter rendere così scorrevoli queste strade.

Dinosauri e rane

Stamattina, dopo colazione siamo partiti per il Lago Barreales. Una volta arrivati, siamo scesi dal pulmino e siamo entrati nella zona delle ricerche. Ci ha accolto Leandro Di Francesco e ci ha fatto vedere diversi tipi di rocce vulcaniche e sedimentarie. Il motivo era farci capire che nelle rocce vulcaniche non ci sono fossili perche la lava bollente avrebbe bruciato le ossa. Quando il vulcano va in eruzione la lava sale fino a due chilometri, e mentre cade in grandi gocce, si raffredda e torna un roccia. Nelle sedimentarie puoi trovare fossili perche sono formate da sabbia o fango che ha coperto le ossa e le ha protette. Leandro ci ha mostrato ossa di dinosauri, mucche e cavalli. Alcune ossa di mucche e cavalli erano coperte da terra secca per farci vedere come si formano i fossili. Poi abbiamo visto ossa di dinosauro e ce le ha fatte sollevare. Erano un po’ pesanti. Ci ha fatto poi vedere tronchi fossilizati: erano il cibo dei dinosauri erbivori. Quando il guardiaparco ha chiesto chi aveva domande io ho chiesto se i dinosauri starnutivano; mi ha detto che purtroppo quello non si puo sapere perche solo si sono trovate ossa. Non ci sono pezzi di nasi. Ci ha anche mostrato il “bochon” che è il sistema per proteggere le ossa quando sono trasportate. È fatto cosi: prima si copre l’ossa con carta igenica bagnata, poi gesso bagnato e tela. Alla fine, si avvolge con rete di ferro e viene portato in laboratorio per essere pulito. Continua

Dinosaurios en el lago Los Barreales

Hoy nos levantamos temprano y salimos hacia el Lago Los Barreales, luego de unos quilómetros por caminos de tierra que nos dejaban bien sacudidos, nos recibió Leandro Difrancesco y nos acompañó a recorrer el museo y las excavaciones.  Empezó contandonos los distintos tipos de roca que existen, distinguió entre rocas volcanicas, las que se forman por fricción y calor durante los movimientos de las placas terrestres -como los marmoles- y las rocas sedimentarias, sólo en estas ultimas es posible encontrar restos fósiles, porque en las primeras el calor de las erupciones los desintegra y en las segundas los rompe, en cambio en las sedimentarias, como los restos son cubiertos por capas sucesivas de arena, barro, tierra y agua, los huesos y otros restos se conservan y sufren el proceso de fosilización.   Durante el proceso los huesos, los caparazones, los huevos, las plumas, los arboles, las raices y otras partes duras, se impregnan de minerales hasta que se convierten en roca y así las encontramos hoy.  Hemos podido ver y tocar huesos, troncos y raices petrificados.  Y yo me saqué una foto al lado de un fémur de herbívoro que era más alto que yo!!! Continua

Petrolio e dinosauri

Plaza Huincul non esisteva fino all’inizio del secolo scorso quando, nel 1919, hanno trovato il petrolio e scavato il primo pozzo. Da uno, i pozzi sono diventati tanti e ne abbiamo visti molti lungo il (breve) tragitto da El Chócon a qui… piantati nel deserto come strani uccellacci che con i loro becchi oscillanti succhiano, mai sazi, il succo nerastro dal profondo della Terra.

Il petrolio viene poi raffinato nella raffineria YPF (Yacimientos Petrolíferos Fiscales) proprio accanto alla città. Il petrolio è il motivo dell’esistenza stessa di Plaza Huincul e anche una fonte di ricchezza per la comunità… ma naturalmente anche una fonte di piccoli e grandi guai: anche se la raffineria funziona con macchinari moderni e con grande attenzione verso l’ambiente, i lavoratori e la salute di tutti, l’odore dolciastro tipico di queste lavorazioni chimiche si sente nell’aria. E ogni tanto capita un guaio maggiore come il cedimento di alcune tubature che hanno rilasciato petrolio nel terreno proprio in corrispondenza di un centro sportivo con campi di calcio, tennis, rugby. Ora il terreno è contaminato in attesa di bonifica e il centro sportivo inutilizzabile. Continua

Distanze, tempi, ombra

Ogni paese ha il proprio concetto di distanza e di tempo. Si tratta evidentemente di concetti molto relativi. Quanto durano i trasferimenti da un luogo all’altro e quanti chilometri si devono effettivamente percorrere lo si scopre solamente quando il viaggio è terminato. Anche il navigatore di Luis perde la cognizione della distanza percorsa e del tempo che manca a destinazione. Un momento dice che arriviamo alle 19:43… un momento dopo alle 23:37. E poi di nuovo torna indietro e poi di nuovo avanti. In sostanza quando si chiede “Quanto manca?” la risposta è sempre “Una horita mas!”… ancora un’oretta. Continua