AVVENTURA AVVENTURA

Non immaginatevi granché. Però oggi una piccola avventura l’abbiamo vissuta. Nel pomeriggio (vi racconterò dopo che cosa abbiamo fatto la mattina) siamo andati a esplorare il Bosque Darwin. Si trova a 23 chilometri da Uspallata su una strada cosiddetta natural, cioè sterrata. Molto sterrata. A un certo punto poi la sterrata scompare e si trasforma nel letto di un fiume. Normalmente non è così, ma questa notte ha piovuto e sulle montagne oltre i 3000 ha anche nevicato… e il fiume si è gonfiato fino a portare via la strada natural. Per proseguire ci vorrebbe un fuoristrada 4X4. Con il nostro furgone non ce la possiamo fare.

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Verso le montagne

Ieri nove ore di viaggio e oggi cinque. Dovevano essere tre o quattro ma poi ci siamo persi. Anche il navigatore non si orientava più e siamo andati avanti e indietro fino a che siamo finalmente arrivati sulla ruta giusta. La numero 40.

Non siamo più nel deserto. Passiamo attraverso sterminati vigneti – la zona di Mendoza è famosa nel mondo per i vini – e ci inerpichiamo verso le montagne. L’orizzonte non è più sconfinato a perdita d’occhio come nei giorni scorsi ma finisce alle catena delle Ande. I bambini inaugurano Radio Darwin: la prima radio bilingue dai tempi di Marconi. Il programma ideato da Kika e Amrit, al quale collaborano anche Monse e Carmela, viene tramesso attraverso il microfono del pullmino. Continua

Petrolio e dinosauri

Plaza Huincul non esisteva fino all’inizio del secolo scorso quando, nel 1919, hanno trovato il petrolio e scavato il primo pozzo. Da uno, i pozzi sono diventati tanti e ne abbiamo visti molti lungo il (breve) tragitto da El Chócon a qui… piantati nel deserto come strani uccellacci che con i loro becchi oscillanti succhiano, mai sazi, il succo nerastro dal profondo della Terra.

Il petrolio viene poi raffinato nella raffineria YPF (Yacimientos Petrolíferos Fiscales) proprio accanto alla città. Il petrolio è il motivo dell’esistenza stessa di Plaza Huincul e anche una fonte di ricchezza per la comunità… ma naturalmente anche una fonte di piccoli e grandi guai: anche se la raffineria funziona con macchinari moderni e con grande attenzione verso l’ambiente, i lavoratori e la salute di tutti, l’odore dolciastro tipico di queste lavorazioni chimiche si sente nell’aria. E ogni tanto capita un guaio maggiore come il cedimento di alcune tubature che hanno rilasciato petrolio nel terreno proprio in corrispondenza di un centro sportivo con campi di calcio, tennis, rugby. Ora il terreno è contaminato in attesa di bonifica e il centro sportivo inutilizzabile. Continua

Distanze, tempi, ombra

Ogni paese ha il proprio concetto di distanza e di tempo. Si tratta evidentemente di concetti molto relativi. Quanto durano i trasferimenti da un luogo all’altro e quanti chilometri si devono effettivamente percorrere lo si scopre solamente quando il viaggio è terminato. Anche il navigatore di Luis perde la cognizione della distanza percorsa e del tempo che manca a destinazione. Un momento dice che arriviamo alle 19:43… un momento dopo alle 23:37. E poi di nuovo torna indietro e poi di nuovo avanti. In sostanza quando si chiede “Quanto manca?” la risposta è sempre “Una horita mas!”… ancora un’oretta. Continua

Il carnivoro più grande del mondo

La vista dalla finestra è più bella di quanto ci immaginassimo: il lago di un blu intenso si estende a perdita d’occhio tra scogliere di rocce rossastre. Colori netti esaltati dall’aria limpida e secchissima… verrebbe voglia di andare a fare subito un bagno…

Ma prima il dovere. Dobbiamo andare a vedere il dinosauro carnivoro più grande del mondo. Si trova nel Museo Municipale di El Chocon. È una bestia di 14 metri ed è stata trovata a 18 chilometri a sud di El Chocon, vicino al bivio che porta da una parte a Bariloche e dall’altra a Neuquén.

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Ai margini della Patagonia

La mattina siamo ospiti della Base Navale Belgrano, la più grande base navale militare di tutta l’America del Sud. Questo posto è importante perché Darwin venne qui e qui trovò i fossili di gliptodonte, megaterio (tanto desiderato perché l’unico esemplare in Europa era in Spagna e quindi il re dell’Inghilterra non poteva vederlo!). Ora il luogo è completamente trasformato dai tempi di Darwin. Le formazioni geologiche da cui sono stati estratti i prezioni fossili non ci sono più. Sono state usate come materiale da costruzione per gli edifici della Base. A Teresa, la nostra amica paleontologa, piange il cuore e vorrebbe tanto che le venisse permesso di riprendere gli scavi per approfondire la storia della vita su questa porzione di Terra. Continua

Quanto corre un dino

Una serie di impronte corre sulla sabbia bagnata di Pehuen-Co. Formano due tracce parallele. “Di che animale saranno?” si chiede Agostina. Probabilmente un cane… guarda. E prova a riprodurle posando i suoi piedi dentro le orme… dopo pochi passi le tracce parallele si allontanano le une dalle altre e Ago non riesce più a seguirle, dovrebbe staccarsi le gambe: una di qua e una di là. Allora forse non sono di un quadrupede. Forse sono sue bipedi che hanno camminato vicini. E che bipedi potrebbero essere… Guardando bene si vede che ci sono cinque dita. Però non ha la forma di piede umano… c’è solo la punta con le dita. Che cosa significa allora? Facciamo delle prove: camminando normalmente, camminando velocemente e correndo. Ecco, sì. Se si corre non si appoggia il tallone e sulla sabbia bagnata rimane solo l’impronta della punta del piede. Continua

Con Darwin a Monte Hermoso

Al Museo di scienze naturali Carlos Darwin di Punta Alta ci accoglie Teresa Manera del Dipartimento di Geologia dell’Universidad del Sur di Bahia Blanca con il direttore del Museo e diverse troupe televisive. Ci mostrano la riproduzione su tela di silicone delle tracce che vedremo dal vero nel pomeriggio e il laboratorio dove vengono eseguiti i calchi delle orme. Poi si parte con i fuoristrada dell’Università e del Parco Monte Hermoso Pehuen-Có verso il litorale.

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600 chilometri e neanche un umano

Era scontato che saremmo partiti in ritardo. E infatti è così. L’idea era di partire verso le 8:30 e invece il bus con Luis e Sergio alla guida parte alle 9:22. Ci fermiamo per fare una fotocopia del documento di viaggio con i nostri nomi necessario per il viaggio. Attraversando la città la ammiriamo: ampi viali, molto verde, palazzi sontuosi. La Casa Rosada dove vive la presidente Cristina Kirchner, la Plaza de Mayo, il Cabildo. Pablo ci racconta qualcosa… ma è solo uno sguardo fugace. Le strade sono lunghissime, ordinate in riquadri perfetti. I numeri delle vie arrivano facilmente alle migliaia, ci sono strade che arrivano anche a decine di migliaia. In questo paese così grande (10 volte l’Italia) piace pensare in grande in tutto, anche nella numerazione delle vie. La numerazione comincia infatti da 100, non esistono numeri civici inferiori… e a ogni isolato scatta il centinaio successivo. Quindi avremo l’isolato con i numeri da 100 a 200, poi da 200 a 300 e così via. In questo modo la numerazione è anche una unità di misura della distanza. Se sono, per esempio, al numero 1256 di una certa via e devo andare al 3408, so che devo fare 22 isolati perché 34 – 12 = 22. Continua

Una bandiera fatta con i piedi

La prima mattina tutti insieme: distribuiamo magliette con i loghi dei MiniDarwin, azzurre con le scritte bianche come la bandiera argentina. I libri della spedizione alle Galapagos, i dvd e gli adesivi, la documentazione su questa spedizione che come sempre serve per prepararsi un po’. Più che altro serve a me per sapere (mas o meno) che cosa andremo a fare… normalmente i bambini non la leggono, forse guardano le figure. Invece questa volta, le ragazze l’hanno letta! Insieme, Kika e Carmela e Monse. Va bene anche se nessuno la legge perché il viaggio è una scoperta e se non si sa nulla c’è di più da scoprire. Continua