Una bandiera fatta con i piedi

La prima mattina tutti insieme: distribuiamo magliette con i loghi dei MiniDarwin, azzurre con le scritte bianche come la bandiera argentina. I libri della spedizione alle Galapagos, i dvd e gli adesivi, la documentazione su questa spedizione che come sempre serve per prepararsi un po’. Più che altro serve a me per sapere (mas o meno) che cosa andremo a fare… normalmente i bambini non la leggono, forse guardano le figure. Invece questa volta, le ragazze l’hanno letta! Insieme, Kika e Carmela e Monse. Va bene anche se nessuno la legge perché il viaggio è una scoperta e se non si sa nulla c’è di più da scoprire.

La prima tappa è il Museo di Ciencias Naturale “Bernardino Rivadavia”… però la persona che doveva accoglierci non c’è… si sarà dimenticato dei Mini Darwin? Insomma dobbiamo cambiare programma. Al Museo ci verremo nel pomeriggio e ora si va nel parco a costruire la bandiera dei Mini Darwin. Compriamo i colori che sono rimasti a casa di Kika e ci sistemiamo nel bel parco Centenario dietro il Museo dove ci sono anche delle magnifiche araucarie: alberi giganteschi e primitivi. Erano già qui in Argentina quando vivevano i dinosauri e Alfred (biologo) racconta che i dinosauri se li mangiavano anche se non sono per niete teneri: al tatto le araucarie sono ispide e dure. Sugli altri alberi vivono una quantità incredibile di uccelli, tra cui anche dei pajaros, specie di grandi cocorite verdi che costruiscono dei grandi nidi dove vivono in gruppi numerosi, delle specie di condomini. E un carancho appollaiato su un ramo alto. Tiriamo fuori i binocoli (Alfred ne ha due nello zaino) e riusciamo a vedere bene i dettagli. Scopriremo poi nel museo lo scheletro del carancho con il becco e tutto.

La bandiera viene benissimo: al centro una grande orma di dinosauro erbivoro, poi una di un carnivoro… e tutto intorno le orme delle mani e dei piedi (ognuno sceglie come lasciare la sua traccia sulla bandiera) dei Mini Darwin, e una grande scritta in alto.  La vernice passa sotto la stoffa e oltre a lasciare la traccia sulla bandiera lasciamo anche una traccia SOTTO la bandiera sul marciapiede del parco vicino al laghetto dove ci eravamo sistemati. Speriamo che la prossima pioggia lavi via tutto! E che nessuno si arrabbi.

Al Museo ci accoglie Marcelo Canevaro. Non sa niente dei Mini Darwin ma è molto contento di accoglierci. Ci accompagna in una breve visita del Museo che viene progressivamente rinnovato. La sala più emozionante è quella dove sono conservati ed esposti gli enormi scheletri fossili dei mammiferi estinti, alcuni di questi scoperti da Darwin: gliptodonte, toxodonte e megaterio che è un bradipone gigante… alcuni più grandi di un’automobile dotati di poderose mazze sulla coda. Impressionanti.

Ci salutiamo scambiandoci i rispettivi libri: noi gli diamo una copia di Mini Darwin alle Galapagos e lui ci regala una copia della sua guida ai mammiferi del Sud America che ci sarà sicuramente utile per identificare gli animali che incontreremo.

Se torniamo a Buenos Aires e lo avvertiamo lui sarà molto contento di accoglierci di nuovo e di rispondere alle domande che sicuramente avremo dopo il viaggio alla scoperta della paleontologia argentina.

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