Non solo la pesca eccessiva, ma anche i lenti cambiamenti del clima terrestre sono una minaccia per i pesci dei nostri mari.
Non è solo la pesca eccessiva a minacciare gli stock di pesce presenti nell'Atlantico Settentrionale, ma anche i cambiamenti climatici. Lo dice dalle pagine della rivista Nature, Michael Heath, un biologo marino dello Scottish Fisheries Research Services' Marine Laboratory coinvolto in un progetto di monitoraggio globale chiamato Global Ocean Ecosystem Dynamics (GLOBEC). Il suo studio si è occupato di analizzare i processi riproduttivi e le dinamiche naturali minacciate dal cambiamento della temperatura.
Gli ecosistemi marini, in particolare quelli del Nord Atlantico, sono secondo Heath molto più sensibili alle oscillazioni climatiche di quanto pensato fino a oggi. Le fluttuazioni nell'abbondanza e nella composizione del plancton per esempio possono essere determinate da variazioni della corrente e dei venti, e a loro volta possono influenzare la presenza di pesci come il merluzzo.
Nel passato, la popolazione di aringhe del Baltico e di merluzzi dei Banchi di Terranova sono collassate e non si sono riprese nemmeno dopo la chiusura della pesca. Un indizio questo che spiega come altri fattori siano all'opera nella minaccia alle specie, oltre alle attività umane. Nonostante ciò, però, rimane il problema della pesca eccessiva, che secondo gli scienziati esercita comunque una pressione troppo alta sugli stock ittici.
Si sarebbero formati nell'Universo molto prima di quanto si pensi. È quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori dell'Istituto di Radioastronomia del Cnr a Bologna.
Viveva centinaia di milioni di anni fa. Era una specie con un numero di cromosomi doppio e una forte potenzialità evolutiva. Ora secondo ricercatori statunitensi potrebbe avere legami di parentela con i lieviti, organismi unicellulari, di oggi.
Anche se il suo destino è segnato, Hubble continua a fotografare l'Universo. Raggiungendo le galassie più lontane, illuminate dalle prime stelle in via di formazione.
Legambiente denuncia un peggioramento nella qualità ambientale in Italia. E il nostro paese rimane sempre più indietro rispetto alla media europea.
La ricerca va male anche in Francia. E i ricercatori, dopo giorni di protesta, si dimettono in massa. Le richieste: contratti e nuovi finanziamenti.
Un atterraggio troppo violento avrebbe causato la perdita del lander europeo. Tra le cause, la minore densità dell'atmosfera di Marte.
Oltre a contenere sostanze chimiche pericolose, richiedono grandi quantità di materiali per produrli. Unica soluzione, allungare la vita dei computer.
Biblioteche che spendono più in abbonamenti alle riviste specializzate che in libri. È lo scenario che si prospetta secondo uno studio inglese. E che riapre il dibattito sull'open access
Uno studio dimostra quanto siano frequenti le frodi scientifiche. A essere messi sotto esame, i ricercatori medici. Ma anche negli altri settori non va molto meglio.
La scienza delle comete è ancora agli inizi, ma presto potremo "toccarle con mano": partita in questi giorni la sonda Rosetta, che punta dritto a una di loro.
Conferme dell'acqua su Marte. Viaggi e basi spaziali sulla Luna e sul Pianeta Rosso. Sono solo alcune delle mille attività che tengono impegnata la Nasa.
La psicologia per aiutare a spiegare fenomeni apparentemente incomprensibili, o addirittura paranormali. A Milano un corso insegna come farlo.
Tutti i vulcani del mondo producono in un anno meno energia degli Stati Uniti. Le osservazioni di un satellite spiegano qual è il vero impatto dell'uomo sul pianeta.
A scuola non si studierà più l'inglese, ma nuove lingue sempre più diffuse. E mentre cambia la distribuzione demografica sul pianeta, cambierà anche il nostro modo di parlare.
Terremoti, onde e venti si influenzano spesso a vicenda. Un ricercatore americano ha dimostrato come questa interazione può contribuire a prevenire catastrofi.
Studiando fenomeni quantistici a livello atomico, gli scienziati hanno osservato un periodo di tempo molto breve. Si tratta di 100 attosecondi (miliardesimi di miliardesimi di secondo).
Un robot sottilissimo mosso grazie al pulsare di un muscolo umano. La scoperta americana potrebbe aprire nuove frontiere nella medicina.
Già da tempo i ricercatori hanno messo a punto nuove basi azotate oltre alle 4 classiche presenti nel Dna naturale. Ma per creare un Dna artificiale bisogna riuscire a combinarle insieme. Ora ricercatori statunitensi propongono nuove tecniche per riuscirci.
Le indagini sono in corso, ma gli archeologi hanno pochi dubbi. L'oggetto di 5 chili sarebbe un uovo del nuovo dinosauro, battezzato dai ricercatori Rajasaurus narmadensis, Raja, ovvero "dinosauro reale della valle di Narmada".
Un ricercatore turco ha messo a punto una formula unica: permette infatti di avere pop corn fragranti e senza i chicchi inesplosi. Il segreto è tutto nelle dosi di sale e burro che si devono aggiungere.