A scuola non si studierà più l'inglese, ma nuove lingue sempre più diffuse. E mentre cambia la distribuzione demografica sul pianeta, cambierà anche il nostro modo di parlare.
Cinese, spagnolo e hindu saranno le lingue più parlate al mondo nel 2050. Lo sostiene uno speciale pubblicato sulla rivista Science, che spiega come non sarà l'inglese la lingua più diffusa. La causa di tutto sono i cambiamenti demografici che stanno portando a un aumento del numero di persone madrelingua che parlano spagnolo, hindi e urdu (le lingue più diffuse nel subcontinente indiano), arabo e ovviamente cinese. Presto l'inglese seguirà una forte parabola discendente, dal nove per cento della popolazione mondiale che lo parlava nel 1950, si passerà a solo il 5 per cento nel 2050.
Soprattutto però, dal punto di vista della percentuale di diffusione, le principali lingue tenderanno ad avvicinarsi l'una all'altra. Nel 2050, lo spagnolo sarà diffuso tra poco meno del 5 per cento della popolazione mondiale, l'hindi e l'urdu saranno attorno al 6 per cento e l'arabo toccherà il 5 per cento. Al primo posto rimarrà, come già oggi, il cinese. Questa rivoluzione inevitabilmente produrrà delle vittime, ovvero quelle lingue poco diffuse che ancora esistono al mondo. Avremo insomma dei linguaggi ibridi, nati dal fatto che le città saranno il crogiolo nel quale si incontreranno e nasceranno modi diversi di parlare.
Una seconda ricerca pubblicata su Science si è occupata invece dell'evoluzione prevista per la stessa lingua inglese, che continuerà a essere la lingua franca che è stata nella seconda metà del Novecento nella scienza prima e nell'economia dopo. "L'inglese —spiega Scott Montgomery, un esperto di linguaggi di Seattle autore della ricerca — è la lingua del mondo intellettuale, ma come il greco in età ellenistica, il latino nel medioevo e l'arabo tra l'ottavo e il dodicesimo secolo, può dividere il mondo tra chi 'lo parla' e chi 'non lo parla', con il rischio di un severo isolamento per chi non riesce ad impadronirsene". Dall'altra parte però questa lingua franca non sarà statica, ma altamente dinamica: emergeranno quindi tante varietà diverse di inglese, come già oggi l'inglese americano è diverso da quello di Hong Kong o da quello africano occidentale.
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