Un serie di nevicate “artificiali” causa la chiusura di 12 autostrade e altri disagi in Cina
Nevica pesantemente su Pechino, troppo forse, e potrebbe non trattarsi di una delle imprevedibili conseguenze del riscaldamento globale. La neve copiosa che ha provocato la chiusura di ben dodici autostrade nei dintorni della capitale cinese è in realtà, a quanto dichiara il governo del paese, un evento pianificato e forse parzialmente sfuggito al controllo.
Per provocare la tempesta di neve le nuvole del cielo pechinese sono state bombardate con sostanze chimiche: 313 barrette di ioduro d'argento della dimensione di una sigaretta sono state “sparate” in cielo nella notte fra mercoledì e giovedì. “Una procedura che reso la neve molto più pesante,” è stato il commento di Guo Yingchun, ingegnere dell'Osservatorio Meteorologico Provinciale di Pechino. “La neve servirà a rendere più umido il terreno, e questo potrebbe aiutare a mettere fine alla siccità.”
La regione cinese del nord, è infatti attualmente colpita dalla peggior arsura degli ultimi quarant'anni: sono più di quattro milioni le persone che dallo scorso settembre stanno combattendo contro questa terribile piaga, e le autorità cinesi stanno provando diverse vie per portare acqua alle zone colpite (compresa quella di deviare il corso di fiumi importanti come lo Yangtze).
Sono molti anni ormai che in vari paesi del mondo si sono provate tecniche simili al cloud seeding usato dal governo cinese, per aumentare la pioggia o eliminare la grandine. I risultati però non sono mai stati apprezzabili tant'è che molti paesi hanno abbandonato queste pratiche. Il legame fra l'eccezionale nevicata pechinese e le sostanze chimiche rilasciate nelle nuvole la scorsa settimana è dunque tutt'altro che chiaro.
Come commenta per ScienzaEsperienza Filippo Giorgi, climatologo e coordinatore del settore di ricerca su Fisica della Meteorologia e del Clima dell'ICTP di Trieste, “a tutt'oggi non ci sono prove che queste tecniche abbiano un successo reale, nel senso che non si è mai provato che la precipitazione sia stata in effetti modificata in maniera sostanziale da questo seeding.”
Grazie agli studi che hanno confermato che l'attuale trend di innalzamento delle temperature globali è legato alle attività di emissione antropica di gas serra, Filippo Giorgi nel 2007 insieme a tutti i colleghi dell'International Panel on Climate Change (e all'ex-vicepresidente americano Al Gore) nel 2007 ha vinto il premio Nobel per la Pace.
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